Tutti a casa?

 In POLITICA

20130312-085631.jpgMolti amici e lettori di questo blog probabilmente rimarranno probabilmente delusi dal fatto che un blogger come me, sempre solerte a commentare i fatti della politica, voglia tacere di fronte alla simbolica presa della loro Bastiglia che ieri un centinaio di parlamentari della Repubblica Italiana hanno compiuto.

Quello che c’è da dire l’hanno detto tutti i giornali e per chi volesse segnalo – tanto per cambiare – il pezzo di oggi su la Stampa di Massimo Gramellini e l’editoriale su la Repubblica di Ezio Mauro: rappresentano – per quello che vi possa interessare – per filo e per segno il mio pensiero.

Ora mentre naturalmente il Fatto Quotidiano (pardòn il Grillo Quotidiano) titola sul silenzio del Partito Democratico e del Quirinale, tanto per buttarla ancora di più in caciara, la cosa che più mi colpisce è ancora e sempre di più l’eco di quei due urli “Tutti a casa” e “Tutti uguali” che è risuonata, per tutta la campagna elettorale, nelle piazze riempite da Beppe Grillo e dal Movimento Cinque Stelle.

Guardate, cari amici che avete votato il Movimento o che siete simpatizzanti, quelle foto e quei video di ieri a Milano, sotto la foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Osservate chi ha profanato l’inno nazionale, dopo averci tolto l’urlo “Forza Italia” nei nostri stadi!

Ascoltate il segretario di un partito politico, nonché ministro di Giustizia per un bel po’ di anni, parlare sulla scalinata del Palazzo di Giustizia italiano in un modo che nemmeno Nanni Moretti – nel suo Caimano – avrebbe mai potuto concepire.

Rivedetevi la sfilata di ex ministri della Repubblica, da Sacconi a Nitto Palma, da Prestigiacomo e Brunetta, uniti nell’affermare che i diritti di un singolo, il loro capo, sono più importanti dei diritti della collettività.

Poi cortesemente fate un altro sforzo: ripensate allo scorso mese, a quando scoppiò il caso MPS; fate un ulteriore sforzo e pensate a quando si scoprì lo scandalo che coinvolse Filippo Penati.

Ecco adesso trovatemi – per favore – una sola immagine di Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Walter Veltroni, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Dario Franceschini, Enrico Letta e tutti i dirigenti del Partito Democratico circondare il palazzo di giustizia di Siena, il Tribunale di Milano o il Palazzaccio di Roma.

Trovatemi le pezze d’appoggio che questi e quelli per voi pari sono (senza le solite stronzate di leggi che dall’opposizione non si possono certo approvare) e se non li trovate ricordatevi che a giugno, quando si rivoterà perché il vostro Vate ha già deciso (anche per i suoi parlamentari) di non contaminarsi con il pdmenoelle, quelle persone che avete visto sulle scale di quel brutto palazzo meneghino di epoca fascista, dove tante volte abbiamo visto legioni di giornalisti raccontarci le loro corrispondenze giudiziarie, ecco ve le potrete ritrovare tutte di nuovo al governo. Probabilmente a scapito del Partito Democratico, unico partito che almeno ha nel suo nome un barlume di verità.

Tanto a voi non importa perché sono tutti uguali e già comunque avete ottenuto che D’Alema e Veltroni sono andati a casa.

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