Nove giorni dopo
Sono trascorsi nove giorni dal dies irae della politica italiana, quel 25 febbraio che passerà alla storia per lo tsunami che arriva al Palazzo.
Sono passati nove giorni e finalmente tutti i siti dei maggiori quotidiani non si aprono più con l’unica domanda che sembrava lecita: che farà Grillo? C’è voluto uno squilibrato a Perugia, la direzione del PD e soprattutto la scomparsa di Hugo Chavez per ricevere in dono – dalle agenzie e dai giornali – mezza giornata (finora!) di aria fresca, senza questo psicodramma che le telecamere ci stanno propinando ogni giorno dall’esito delle elezioni.
Confidiamo nella saggezza dei signori Cardinali che stabiliscano finalmente questa data del Conclave così tutta l’attenzione mediatica del pianeta sarà concentrata sul camino della stufa della Cappella Sistina e ci potremo evitare – almeno fino al 15 marzo, giorno di apertura della legislatura – il supplizio del giochino della margherita “m’ama, non m’ama” che tanto sta appassionando l’Italia dell’informazione.
p.s. a proposito di Conclave: sembra manchino due cardinali elettori. Ora va bene il ritardo accademico ma questi due porporati non l’avevano capito che dovevano venire qui a Roma per eleggere il Papa, dopo che Benedetto XVI aveva annunciato la sede vacante? O forse anche loro pretendevano un conclave on-line, magari con una realizzazione 3D della Cappella Sistina?