C’era una volta

C’era una volta un allievo di un grande e immenso giornalista, borghese, di destra e liberale, Indro Montanelli, che era dotato di una penna stupenda e che tratteggiava con la forza dei fatti e delle analisi tutti i suoi scritti e i suoi interventi in TV.

Era un giornalista meravigliosamente ironico, dotato di sagacia e con la battuta pronta, specialmente quando di fronte si trovava i potenti, di qualunque colore politico. Senza sconti per nessuno.

Poi un giorno questo scrittore si trovò a dover scrivere di un suo amico che nel frattempo si stava trasformando: dalla nobile arte dello spettacolo e dell’intrattenimento, l’amico si fece politico e infine si fece potente, diventando il portavoce, il megafono, di quasi nove milioni di italiani.

E quel giornalista, fustigatore dei potenti, moralizzatore dei costumi altrui, divenne improvvisamente un agnellino nei confronti del suo amico divenuto potente.

Divenne da cavallo di razza un ronzino con i paraocchi, incapace ormai di adoperare la sua potente vista e il suo straordinario acume per scrivere e raccontare i fatti, scevro di pregiudizi e soprattutto senza indulgenze precostituite.

Adesso che questo giornalista non c’è più molti lettori ci sentiamo tutti un po’ più tristi: perché è sempre così che ci si sente quando una grande intelligenza viene sprecata.