Ridatemi le primarie

 In POLITICA

Il mio amico di web Antonio, anche lui siculo e come me ancora sotto shock per i risultati (specialmente per lui che abita in Lombardia!), commenta al mio ultimo post:

… conosco almeno quattro persone che han votato Grillo ed avrebbero votato Renzi …

Dunque io ammetto di essere un po’ idealista, mezzo scemo e assolutamente rincoglionito da tutti questi numeri che arrivano sui nostri computer, tablet, smartphone, televisori e radio!

Ma se uno partecipa alle primarie, firma la carta d’intenti del centrosinistra, si iscrive come elettore sopportando pure tutte le mail che Nico Stumpo ci manda da due mesi, afferma magari non ufficialmente ma solennemente – pagando persino due euro! – che è aderente ad un determinato programma di coalizione, poi che fa se perde il proprio candidato? Vota per un altro partito?

Allora aveva ragione proprio Renzi quando diceva che lui non si portava dietro il pallone!

E che succederà quando fra un anno, alle eventuali primarie oltre a Renzi si presenterà ad esempio Alessandra Moretti? Ipotizziamo che io la voti (immagino già il ghigno di molti di voi!) e poi però esce sconfitta dalle primarie: che facciamo? Sabotiamo Renzi che magari poi farà parte integrante del partito, dell’apparato e quindi ….

No, perché se dobbiamo fare le primarie per perdere le secondarie (copyright D’Alema!) allora forse sarebbe meglio proprio non farle le primarie.

Come promesso stamattina, da domani questo blog sale sul Monte Tabor con Sua Santità Benedetto XVI!

Anche se la mia non è proprio una chiamata divina, come quella del Santo Padre, trovo sicuramente più interessante – storicamente – occuparsi dell’elezione al soglio pontificio del primo successore di papa Raztinger, primo papa dell’era moderna a umanizzarsi realmente attraverso la sua rinuncia. D’altronde dobbiamo essere veramente tanto grati al papa per averci regalato, nella settimana di Sanremo, un bel po’ di dibattiti in meno sull’IMU (sigh!) e un po’ di ripasso di storia e latino che non guasta mai!

Per la prima volta la Chiesa Cattolica in Italia esce sonoramente sconfitta dalle elezioni (aveva spudoratamente appoggiato Monti) e questo è un altro motivo di soddisfazione verso il lunghissimo percorso verso la normalità di una penisola deberlusconizzata. Perché si può essere pure credenti ultra-ferventi, battersi il petto quanto si vuole, ma in politica credo che per tutti corra l’obbligo di sostenere il cavouriano libera Chiesa in libero Stato. E la laicità dello stato dovrebbe essere difesa proprio da coloro che si professano cristiani e cattolici, secondo l’insegnamento del Maestro Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo: perché o si garantisce a tutti la stessa libertà di culto o la libertà di culto semplicemente non esiste.

Tertium non datur.

 

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