Papa Peppe I
Il nuovo messia venuto dai bit, consacrato dai sacri ottetti della rete, ha detto la sua (perché deve mettere bocca su tutto, come il più navigato dei politici) anche sull’elezione del nuovo papa.
Ha osservato, il dio della rete, che l’elezione del Romano Pontefice non dovrebbe più avvenire in Conclave, secondo le regole della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, bensì via internet.
Ora lasciamo perdere che se il diritto di voto fosse esteso a tutti i battezzati cresimati (non può essere certo la maggior età la discriminante, poiché deve almeno valere il fatto di aver ricevuto il Sacramento della Confermazione nella Fede) nemmeno con tutta la buona volontà della Casaleggio & Associati si potrebbe costruire un super-mega server in grado di gestire miliardi di voti.
Ha anche aggiunto il nostro Peppone I da Nervi che il nuovo papa dovrebbe essere eletto su internet … dagli africani!
Infatti è arcinoto che il Continente Nero ha il maggior numero di accessi alla rete …
Ora non vorrei apparire ipocrita dato che scrivo queste sciocchezze anche io su internet, però ho l’impressione che questo mondo di Grillo sia fatto soltanto di bit, tweet, post e blog.
Ed è un mondo che per quanto reale possa apparire, per quanto dietro ciascun nickname possano esserci persone in carne ed ossa, si tratta di un mondo quanto meno triste, fatto di contatti freddi, anche se questi fossero via video. Non c’è niente di più bello del contatto fisico fra gli esseri umani.
La rete e i social media possono essere degli strumenti di comunicazione e di interazione, ma non possono sostituire né la democrazia partecipativa (e infatti papa Peppe I predica la rete e scende in piazza come un DC della Prima Repubblica qualunque) e rappresentativa né tanto meno i contatti umani.
E se il risultato di una gigantesca operazione su internet ci restituirebbe un pontefice in tempo reale, magari immediatamente visibile sugli schermi dei nostri PC con la benedizione direttamente su una e-mail, penso che credenti e non credenti preferiscano ancora il fascino della fumata bianca e dei fedeli in piazza San Pietro. Noi tutti operatori della rete possiamo virtualizzare per quanto vogliamo ma mai potremmo rendere le sensazioni che si possono provare quando si partecipa, per lavoro, per fede, per curiosità, ad un evento insieme ad altre migliaia di persone.
Un intervista e un dialogo de visu non sono la stessa cosa di uno scambio in chat su whatsapp.