Palla di vetro
Dato che i sondaggi non ci sono, mi cimento in una previsione per le prossime consultazioni elettorali.
Alla Camera il premio di maggioranza andrà al centrosinistra ma non sarà il trionfo sperato. Il Partito Democratico non arriverà al 30% e molto lontano dai 13 milioni di voti che prese cinque anni fa all’esordio del simbolo nelle urne, guidato da Veltroni. Grazie all’alleanza con Vendola, Tabacci e Nencini Bersani riuscirà portare a casa questo risultato, ma naturalmente la percentuale, di poco superiore ad un terzo dei suffragi, aprirà polemiche, che si protrarranno nel tempo, fra chi dentro il PD comincerà la giaculatoria “ah se ci fosse stato Renzi!” e chi invece da fuori del PD comincerà il solito Vietnam parlamentare.
La seconda coalizione sarà quella guidata dal Cavaliere e arriverà ad uno sputo da quella di centrosinistra: non saranno i 24 mila voti di scarto del 2006 anche se Berlusconi griderà ai brogli come ha sempre fatto ogni volta che ha perso alle urne. Ma sarà seconda, questa coalizione, soltanto grazie a Lega, Destra e Fratelli d’Italia, oltre ai vari cespugli.
Il secondo partito infatti sarà il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, termometro dell’umore nero da destra a sinistra: da un lato gli orfani di destra voteranno Grillo perché cercano la soluzione semplice dell’uomo forte e del populismo che affascina moltissimo gli elettori in passato berlusconiani, mentre dall’altro – coloro che una volta si sarebbero definiti di sinistra – voteranno Cinque Stelle, magari non dicendolo come una volta nessuno diceva che votava DC, basandosi su quella lista della spesa che viene chiamato on line programma, illudendosi che una volta in Parlamento sia possibile fornire la larga banda gratuita a tutti, senza dirci da dove diavolo prendiamo questi quindici/venti euro al mese per connessione per tutti!
Al quarto posto arriverà la coalizione di centro del presidente Monti: otterrà alla Camera un buon risultato personale la lista di Scelta Civica, ma gli elettori potenzialmente alternativi e attratti dalla sobrietà del Professore non gli perdoneranno i compagni di viaggio, Fini e Casini, che sembrano coloro che non abbiano mai avuto ruoli di primo piano e di Governo in questo Paese ma si scontreranno con quelli che la memoria ce l’hanno buona e si ricordano che dal 2001 al 2006 i due leader erano rispettivamente Vice Presidente del Consiglio (e poi Ministro degli Esteri) e Presidente della Camera e hanno votato tutte le scandalose leggi ad personam, a cominciare dalla famosa e deprecabile depenalizzazione del falso in bilancio.
Forse alla Camera riuscirà ad entrare la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia ma non credo che otterrà il quorum per il Senato in nessuna regione, nemmeno nella Campania del sindaco De Magistris. Oscar Giannino e il suo esercito di economisti di stanza in America rimarrà a becco asciutto in entrambi i rami del Parlamento: il voto di protesta ho la sensazione vada tutto verso Grillo e quindi l’eccentrico giornalista economico si dovrà accontentare di tornare a scrivere e a condurre programmi radiofonici, mentre i suoi amici Zingales e Boldrin torneranno negli Stati Uniti dove è sicuramente più semplice pontificare a sette/otto ore di fuso orario.
Al Senato i numeri non consentiranno una maggioranza autosufficiente o quanto meno seriamente autosufficiente a Bersani che sarà costretto a varare un esecutivo di bi-coalizione con Monti: ma in entrambe le Camere regnerà il caos, soprattutto per la presenza di più di cento schegge impazzite che faranno ostruzionismo e casino ogni qual volta sarà necessario, come anche Michele Ainis sabato sul Corriere ha già scritto. Basterà un ritorno al passato con una condivisione delle istituzioni con le opposizioni come si faceva nella Prima Repubblica? Boh, chi lo sa!
Mi auguro di sbagliarmi, ma credo che questo sarà il Parlamento che vedremo nei prossimi mesi. L’unica nota positiva è la presenza femminile che crescerà moltissimo rispetto ai bassissimi livelli delle ultime due legislature.
Per il resto purtroppo sarà un vero bordello (sorry!) e non sarà affatto un piacere.