Scelta Cinica e Involuzione Civile
Un mio amico ieri, parlando delle prossime elezioni regionali del Lazio, mi ha chiesto “perché non votiamo Giulia Bongiorno?“. La deputata di Futuro e Libertà, appoggiata a queste elezioni non solo dal suo partito ma anche dalla neonata formazione che si ispira a Mario Monti e dall’Unione di Centro di Pierferdinando Casini, è senza dubbio uno dei personaggi di maggior rilievo in campo moderato e già lo scorso anno ne ebbi a parlare in occasione di una sua partecipazione al programma di Lucia Annunziata. Tuttavia il suo partito e il partito di Casini erano in maggioranza con la Giunta Polverini e francamente trovo eccessivo questo loro dipingersi come nuovi, soltanto perché si presentano dietro le vesta di un dignitosissimo e combattivo avvocato.
Nel Lazio, oltre alle solite presenze di formazioni di estrema destra e di estrema sinistra, saranno presenti anche i Radicali, che non hanno raggiunto – fortunatamente – l’indecoroso accordo con Storace, qualche nuova formazione civica e soprattutto Sandro Ruotolo con la lista di Ingroia Rivoluzione Civile.
Ruotolo è candidato anche al Parlamento, dove probabilmente sarà eletto alla Camera dei Deputati, quindi la sua candidatura alla Regione Lazio è puramente e squisitamente di disturbo.
In maniera abbastanza analoga, alla Regione Lombardia, sono candidati alle elezioni del prossimo mese, oltre a Umberto Ambrosoli e Roberto Maroni, l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini per la lista Monti, oltre ad un certo numero di candidati fra i quali Marco Cappato dei Radicali, in prima linea nella lotta contro Formigoni per la faccenda delle firme false.
In entrambe le regioni naturalmente sono presenti i candidati del Movimento Cinque Stelle, mentre in Lombardia Ingroia appoggia il candidato del centrosinistra Ambrosoli.
Le elezioni regionali in queste due regioni sono l’altra faccia della medaglia del sistema elettorale folle delle politiche: se forse nel Lazio Nicola Zingaretti dovrebbe riuscire ad ottenere quasi la metà dei consensi, per manifesta inferiorità e impresentabilità di Francesco Storace, il risultato però potrebbe essere più difficile del previsto per la presenza di Bongiorno e Ruotolo.
Poiché non è possibile che Monti, Fini, Casini e Ingroia non abbiano ben compreso il sistema elettorale a turno unico, quindi senza l’appello del doppio turno come per Comunali e Provinciali, la scelta di candidature così di peso in queste due regioni è senza alcuna chance di successo ma potrebbe avere il risultato di far perdere il centrosinistra al Senato per costringere Bersani ad un governo allargato a Monti.
Si tratta di quanto più lontano da una scelta civica e da una rivoluzione civile.
Nel caso dei centristi non si comprendono francamente le ragioni di candidature così forti, soprattutto in Lombardia dove un galantuomo come Ambrosoli si presenta. Il risultato potrebbe essere quello di consegnare la Lombardia alla Lega. Sul fronte di Ingroia invece non riesco a capire cosa ci sia di rivoluzionario di candidare un personaggio indiscutibilmente popolare e positivo come Ruotolo in una competizione già persa in partenza e senza l’obbligo di rimanere a lavorare in Regione, visto che l’ex collaboratore di Santoro andrà a Montecitorio.
Cosa ci sia di civile e di rivoluzionario nella scelta di presentare liste al Senato nelle regioni in bilico da parte di Ingroia non riesco proprio a vedere: i sondaggi – ben che vada – danno la Rivoluzione Civile (che ricordiamo ha comunque Di Pietro, Rifondazione e Comunisti Italiani al suo interno e azionisti forti in termini di spesa affrontata per queste elezioni!) a poco più del 5% su scala nazionale e in grado di eleggere senatori soltanto – forse – in Sicilia. Veramente valeva la pena lasciare il proprio lavoro in Guatemala per far perdere la possibile maggioranza al Senato a Bersani e al PD?
Un’altra persona, sempre mia amica, dopo l’intervista a Ballarò di Monti, mi ha confidato “Se non avesse avuto Fini e Casini con lui l’avrei votato!“. Questo la dice lunga sul desiderio che si ha in Italia di una destra presentabile: il problema sono anche i compagni di viaggio che però il Presidente del Consiglio si è scelto. Perché puoi anche prenderti i consulenti delle campagne presidenziali di Obama ma è il messaggio che mandi che conta e francamente, per quanto fra Obama e Monti ci sia cortesia, Monti è più vicino ai repubblicani alla John McCain che al Presidente USA.
Osservo che adesso Monti sta andando in giro per fabbriche, distretti, zone terremotate: la domanda è com’è che ci sta andando ora? Perché tra un vertice a Bruxelles, una visita alla City e un bilaterale a Berlino, fondamentali si badi bene per ripristinare l’immagine infangata dell’Italia da quel comico del suo predecessore, non poteva trovare il modo di accorgersi di più dell’economia reale e della gente, come puntualmente da sinistra gli facevano notare?
Per fortuna le schede del Senato sono le prime, per prassi, ad essere scrutinate: dovremmo quindi sapere già la sera del 25 febbraio se la Scelta di Monti e la Rivoluzione di Ingroia saranno veramente state civiche e civili, oppure se avrà avuto il sopravvento l’involuzione cinica che ha ormai attanagliato la politica nazionale. Temo purtroppo che avremo un’altra legislatura anomala, con un governo di coalizione PD-Monti, inevitabili tensioni e un’opposizione tutta populista, in mano a Grillo, Berlusconi e Ingroia.
Auguri, Italia.