Il sonno di un popolo

 In POLITICA

Sul nostro Pisolo nazionale ha già detto tutto Gad Lerner su Repubblica oggi e sul suo blog. Cosa aspetti infatti il Partito Popolare Europeo ad espellere Silvio Berlusconi, il suo partito-movimento e questi rigurgiti fascisti non riesco ancora a capirlo.

Continua ancora in Italia la favola del fascismo buono e del fascismo cattivo, come se un regime che costruisce palazzi, bonifica pianure e elimina la malaria possa in qualche modo essere giustificato per la sottrazione del bene supremo di un popolo che è la libertà. In tutti i regimi totalitari ci sono state opere pubbliche di pregio e valore: si pensi all’industria pesante dell’Unione Sovietica che ha consentito alla Russia di rialzarsi dopo la caduta dei Soviet. Continuo a trovare rivoltante questo continuo distinguo che viene perpetrato mettendo sullo stesso piano valori umani e prodotti economici.

Forse i tedeschi sono stati anche più fortunati di noi, nella sfortuna di avere in sorte Hitler, perché almeno il Führer non si è riprodotto e ha evitato al popolo tedesco di ascoltare persino i deliri delle nipoti, come avviene sistematicamente in Italia, quando le nipoti del Duce vengono intervistate per commentare le cazzate sparate sulla figura del nonno. Come se possano essere obiettive delle persone legate dall’affetto trasmesso dai loro genitori per il loro progenitore. Adesso poi rischiamo che in Parlamento di Mussolini ne avremo addirittura due perché oltre ad Alessandra, la focosa deputata napoletana, per Montecitorio corre pure Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, ultima discendente di Benito. E se Alessandra correrà per Silvio Berlusconi e il suo Popolo della Libertà, di quale libertà non riesco a capire se nel Pantheon di quel partito vi è anche il Duce, Edda invece sarà in pista per Futuro e Libertà di Fini, e ancora anche qui non comprendo cosa possa significare la parola libertà. E mentre li dividono i severi giudizi su Berlusconi della futura deputata finiana, come d’altronde anche Donna Assunta Almirante intervistata su Repubblica stamane, concordano entrambe le nipoti del Duce e la vedova del leader missino sul fatto che Benito Mussolini sia stato un grande statista.

I meriti? L’INPS, la bonifica pontina, l’architettura.

La cosa più volgare di queste facce toste è l’accostamento delle leggi razziali, e quindi anche tutto il lavoro preparatorio per tali leggi nei confronti degli ebrei, a questi supposti meriti come se la figura, complessa che sia di Mussolini, si possa studiare e giudicare come una somma algebrica: tot meriti, tot sbagli, saldo positivo o negativo, a seconda dei punti di vista.

Questo ricondurre il giudizio sul Fascismo al risultato di un’operazione aritmetica è il frutto del grande oblio che ha sempre accompagnato il popolo italiano nel suo complesso, cercando di auto-assolversi dalle colpe del proprio passato come se non portassimo tutti – anche noi eredi – la responsabilità morale di quanto accadde dal 1922 al 1945.

In questo sono molto d’accordo con Oscar Giannino, pittoresco giornalista liberista e candidato con la sua lista Fare, Fermiamo il declino, che ha dichiarato ieri – di fronte alle assurde dichiarazioni di Berlusconi, che anche in questo si misura lo spread con la Germania. Se i tedeschi infatti si assumono in toto la responsabilità del nazismo nei confronti del mondo intero, respingendo sul nascere qualunque embrione neo-nazista, noi in Italia siamo sempre indulgenti, per meschini tornaconti elettorali, nei confronti di chi si continua a professare fascista o vorrebbe riproporre lo schema di quel regime oggigiorno. Così Silvio Berlusconi ieri, così Beppe Grillo con Casa Pound qualche giorno fa. Strizzare l’occhio per qualche voto in più.

E se in Germania cattolici e protestanti insieme chinano il capo di fronte all’orrore della Shoah, noi in Italia – cattolici per definizione e in massa – sembriamo più interessati a quanti Pater, Ave et Gloria possiamo recitare per ricevere l’assoluzione dai nostri peccati, mentre è evidente che di fronte a quel massacro nessuna assoluzione può mai essere pronunciata, tanto meno da noi stessi.

E siamo anche disposti ad accettare che un mentecatto come il Cavaliere sporchi la Giornata Mondiale della Memoria, trascinando ancora una volta il nostro Paese nel ridicolo e nei titoli di giornali, blog e portali stranieri increduli di fronte all’ennesima schifezza pronunciata dal nostro ex Premier.

Ma di fronte a questo non posso fare a meno di chiedermi con che coraggio ci possa essere gente non soltanto che lo voti (il populismo si sconfigge con la buona politica, non a parole) ma soprattutto uomini e donne che lo sceglierebbero in un ipotetico ballottaggio con Monti, come mi è capitato di sperimentare de visu qualche tempo fa.

L’immaturità di un popolo si misura anche in questo: in quanto siano monetizzabili certi valori fondanti della società, perché un’IMU non può valere quanto la responsabilità sulla Shoah.

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