La badante

 In POLITICA

Come uno stanco nipotino che non ce la fa più ad occuparsi dell’anziano parente, così l’Amministrazione Obama ha inviato la scorsa settimana la propria badante all’anziana vecchia Inghilterra, cercando di scongiurare che l’arteriosclerosi galoppante dell’ex potenza coloniale, in un rigurgito di neo-imperialismo, porti ad altri sconquassi un mondo che a fatica si sta rialzando dalla super recessione degli ultimi anni.

Certo che questo complotto delle banche, demoplutogiudomassoninco, deve essere veramente difficile da gestire se le massime potenze finanziarie mondiali, sulle due sponde dell’Atlantico, si trovano in disaccordo su come annientare l’Euro e l’Unione Europea! Da un lato il governo Cameron pronto a sconfessare 40 anni di integrazione europea, pensando che con un nuovo Commonwealth si possa tornare ai fasti ormai andati per sempre dell’epoca vittoriana, passando magari per un nuovo conflitto per due isole sperdute in fondo all’Atlantico, aiutato in questo dall’irresponsabile Christina Fernandez de Kirchner, la Presidenta de la Nación Argentina. Dall’altro l’Amministrazione Obama e gli Stati Uniti che cercano sempre di più di far capire all’Unione Europea, e al suo fedele alleato britannico, che soltanto attraverso una maggiore unione, come avvenne due secoli orsono per le tredici colonie oltreoceano, può continuare ad esserci un benessere diffuso nel Vecchio Continente, evitando i rischi di una disintegrazione che – per ragioni incomprensibili – a Londra pensano sia un bene per la loro isola.

Certo che in Europa ci sarà un virus che sta affliggendo tutte le maggiori cancellerie del Continente, da Berlino che testardamente continua a opporsi a qualsiasi politica espansionistica, a Roma, dove in attesa del nuovo governo assistiamo – inermi – alla più brutta campagna elettorale dal dopoguerra (e ce ne vuole!), da Londra, dove il governo di coalizione Tory/Lib-Dem dice di no a qualunque ipotesi di tassazione finanziaria, a Parigi, dove – tanto per cambiare per le sinistre – le grandi aspettative di Hollande si sono schiantate contro una realtà molto più difficile di quanto possa apparire fuori dalla stanza dei bottoni.

La speranza è che il secondo mandato di Barack Obama, che comincia ufficialmente lunedì prossimo a mezzogiorno (ora di Washington DC), riesca a portare una ventata di novità anche nel nostro continente, devastato dalla più grave delle malattie: la mancanza di visione e di leadership che contraddistingue i maggiori capi di stato e di governo dei paesi dell’Unione Europea.

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