L’amico, la cugina e i lettori

 In POLITICA

E così l’Epifania tutte le feste si è portata via anche quest’anno. Sono rientrato da due giorni a Roma, dopo aver trascorso delle belle e assolate giornate al caldo del sole di Catania: la mia città ha dato il meglio di sé durante questa pausa natalizia. Nonostante un inizio difficile per una brutta febbrona che ha preso la piccola Elisa dopo Natale tutto è stato più facile e ci siamo goduti delle bellissime vacanze, pieni di gente, famiglia, amici, bambini, cucina siciliana (God Bless It!). Mi sono reso conto di aver trascurato un pochino questo blog, nonostante avessi tanto tempo – teoricamente – a disposizione e soprattutto di non aver fornito risposte, più o meno articolate, all’amico d’Ammeriga, di rientro anche lui in Sicilia per trascorrere le vacanze, e alla cugina acquisita che mi hanno entrambi – ma in momenti diversi – posto la stessa domanda: per chi voti a febbraio?

All’amico ho dato una veloce risposta, anche perché la conosceva benissimo essendo un assiduo lettore di queste mie sciocchezze sul web, mentre alla seconda ho glissato come non ho mai fatto prima d’allora quando si parlava di temi politici. Il punto è che quando si sta bene, quando senti che le vacanze ti stanno ritemprando (a quello dovrebbero servire), non hai voglia di immergerti in angosciosi discorsi su questa terribile e prevedibilmente violenta campagna elettorale. Pensavo – all’inizio delle vacanze – che la salita in campo di Mario Monti potesse portare alla formazione di una vera destra in Italia, mentre stiamo assistendo ad una folle e per certi versi irresponsabile operazione che francamente non riesco proprio ad intuire dove possa portare. Per una volta addirittura mi trovo persino d’accordo con Vittorio Feltri che ieri ha scritto sul Giornale che Casini vuole Palazzo Chigi pur perdendo le elezioni. Insomma anche per Feltri Bersani dovrebbe ricevere l’incarico anche senza maggioranza al Senato e poi solo dopo cercare un governo di coalizione. Trovo incredibile l’invasione mediatica di Monti e Berlusconi: fra un po’ devo stare attento ai cartoni che faccio vedere alla bambina che mi trovo uno dei due duellare a distanza con l’altro. In queste feste abbiamo anche assistito ad un sedicente guru del web, Casaleggio, che paragona un comico genovese, Grillo, a Gesù Cristo: non bastava l’Unto del Signore nel 1994 adesso abbiamo proprio il Messia. E giù italiani a credere sempre alla necessità di un Salvatore.

Poi abbiamo un magistrato anti-mafia che prima combatte le sue battaglie a Palermo, poi vola in Guatemala per un importante incarico sotto l’egida delle Nazione Unite e infine rientra in Italia per candidarsi alle elezioni, capeggiando una lista chiamata “Rivoluzione CivileSociale“, termine alquanto improprio per uno che fa il magistrato di mestiere. Nel frattempo abbiamo visto un proliferare di liste e partitini che non si vedevano nemmeno ai tempi della tanto deprecata (ma forse rimpianta visti i risultati successivamente ottenuti) Prima Repubblica: l’uomo che ha governato l’economia italiana per più tempo da quando la Repubblica si è costituita, Giulio Tremonti, che adesso sembra caduto dalle nuvole. Come se un anno trascorso dietro le quinte avesse funto da lavacro al quale accorrere per lavare tutte le colpe del disastro fino al 2011. Abbiamo visto un uomo, Alfano, fare la fine di un ominicchio, o forse peggio, per dirla alla Sciascia. L’unico coerente, a destra, mi sembra Oscar Giannino che da liberista vorrebbe ancora più liberismo, da seguace della scuola di Chicago qual è, nonostante i disastri del monetarismo di Friedman siano sotto gli occhi di tutti gli osservatori mondiali.

E che dire di Maroni? Ministro dell’Interno di un Governo il cui capo chiama in Questura per liberare la nipotina di Mubarak e nemmeno avverte il Viminale …. Ah già, adesso ha cambiato versione. Non ha mai detto che Ruby fosse la nipote di Mubarak!

Quello che non riesco proprio a capacitarmi è come faccia il popolo italiano ad essere così smemorato: è soltanto il tornaconto personale? È soltanto l’odio ideologico e irrefrenabile (cit.), come ha ampiamente dimostrato un lettore durante uno scambio di vedute proprio durante queste feste? Si può continuare a pensare che Silvio Berlusconi sia un imprenditore che si è fatto da solo, come ha scritto il lettore Luigi nel suo commento alla mia biografia su queste pagine, dando dell’inetto ad una persona che non conosce personalmente, soltanto perché vota a sinistra?

Perché siamo in Italia così schiavi del nostro passato, prigionieri della dialettica fascista-antifascista, democristiani-comunisti, berlusconiani-antiberlusconiani? Come è possibile che non riusciamo una volta per tutte a liberarci della zavorra che ci portiamo dietro dallo scorso secolo e declinare in maniera diversa destra e sinistra che esistono sicuramente, come ha fatto notare il ministro Barca sulle pagine dell’Unità ieri, in polemica proprio con Monti?

Come diavolo è possibile che ci sia ancora in Italia qualcuno che si richiami al partito del Duce? Non sono bastati 70 anni per comprendere che quella era la parte sbagliata? Rispetto per tutti i morti, per carità, ma quelle idee, quelle di Salò, erano sbagliate. E anche se ci sono mille ombre dalla parte dei vincitori, come Giampaolo Pansa – un altro folgorato sulla via di Damasco in tarda età – non manca mai di sottolineare nel suo nuovo bestiario in salsa belpietrese, oltre che nella sua prolifica produzione saggistica in materia, una destra che sia veramente democratica avrebbe il dovere di respingere qualunque accostamento o richiamo ai valori del Fascismo. Eppure ciò non avviene. Nonostante il Partito Comunista Italiano abbia dal 1968 rotto i ponti con l’Unione Sovietica e sotto Enrico Berlinguer strappò definitivamente qualunque velleità anti-Nato, affermando che si sentiva più al sicuro sotto l’ombrello atlantico, che con i carri armati di Mosca alle porte, ancora – oltre quaranta anni dopo – abbiamo uomini e donne in questo Paese che votano perché anticomunisti.

Un nonsense, direbbero oltremanica!

C’è chi poi crede che la benedizione del Vaticano basti affinché la sua lista raggiunga la maggioranza, salvo scoprire prima che forse non raggiungerà nemmeno il 15% (Corriere di stamattina), poi che nemmeno la Chiesa su strada, assai diversa da quella dei Sacri Palazzi a qualche chilometro dalla scrivania sulla quale mi trovo ora, è tanto felice di un’eventuale nuova Balena Bianca perché ciò che conta per i preti di strada sono gli emarginati, gli ultimi, i poveri, insomma i destinatari principali del Messaggio!

Fra qualche giorno la campagna elettorale sarà ufficialmente partita, con il deposito dei contrassegni e le liste elettorali che sono importantissime per disegnare il prossimo Parlamento, dato che si vota con il suino elettorale. Certo se queste vacanze di Natale sono state un antipasto di quello che ci attende non oso immaginare cosa accadrà fino al 25 febbraio, quando alle 15 tutte le TV ci propineranno i primi exit poll.

Mi sono dilungato troppo stasera ma devo ancora una risposta al mio amico ammerrigano e alla mia cugina (acquisita) palermitana (non tutti sono perfetti lo so, anche io ho – non per mia volontà – scheletri nell’armadio! Si fa per scherzare, cuginetta!).

Credo sia arcinoto, per chi frequenta me e queste pagine, che sono di sinistra e che voterò il centrosinistra, dopo aver partecipato alle primarie per la scelta del candidato a Palazzo Chigi e sostenuto Pierluigi Bersani. Nel centrosinistra voterò Partito Democratico per molte ragioni. Una di esse è che non ha il nome del leader sul suo simbolo, prima promessa mantenuta (si spera di molte) da parte del suo segretario. Non se ne poteva più di questi partiti personalistici, tutti creati attorno al carisma, al consenso e all’audience di un candidato. Non so se Lega e PDL metteranno i nomi dei loro capi (lo scopriremo presto, ma forse si vergognano un pochino …) ma per ora, tra i grandi partiti della seconda repubblica, il PD è l’unico che ha saputo evolvere verso un moderno partito europeo, dove possono coesistere anche visioni diverse, ricette diverse, senza bisogno di scappare via, con il pallone in mano, come dice Renzi. Quest’ultimo ha fatto uno dei migliori discorsi politici quando ha riconosciuto la sconfitta e francamente – pur ritenendomi molto distante da alcune sue ricette – mi rendo conto che è meglio avere uno così dentro il partito che fuori a costruire l’ennesimo movimento personale. Non voto SEL perché Nichi Vendola rappresenta soltanto una grande suggestione, straordinaria capacità di narrare, ma vedo SEL ancora troppo acerbo come partito. Mi auguro anzi che un giorno confluisca dentro il PD, per far sì che il Partito Democratico sia un grande contenitore plurale, come accade nella più grande democrazia parlamentare del mondo, quella britannica. Se c’è un sistema da ammirare, all’interno dei sistemi parlamentari, quello del Regno Unito è senza dubbio il migliore secondo me. Ogni partito scegli il proprio leader come cavolo vuole, congressi, primarie, gare di bocce, e poi quel leader lì è automaticamente Prime Minister se vince o Capo del Governo Ombra se perde. In politica probabilmente si dovrebbe mutuare la lezione di Steve Jobs per la tecnologia: rendere sistemi complessi semplici.

Tutti quelli che poi dicono che destra e sinistra sono la stessa cosa, che tutti sono uguali, PDL e PDmenoelle, chiedo solo una cosa: volete disprezzare i politici dirigenti va bene, ma per favore portate rispetto a chi di politica scrive, a chi la politica la supporta con i propri sacrifici, a chi la politica la ama (cit. Roberto Benigni) e la vive con passione. Non siamo tutti uguali. Non mi sognerei mai di andare a scrivere su un blog di uno che non la pensa come me che lui è un inetto o che quelli della sua parte politica sono tutti dei malfattori.

Al massimo della mia verve polemica potrò dire che gli elettori berlusconiani sono degli smemorati o dei creduloni, così come i grillini sono dei fanatici.

Ma tutti uguali no.

Sottoscrivo ciò che mi ha detto una mia amica dopo la trasmissione di Roberto Benigni: oggi mi sento veramente fiera di essere di sinistra. Non siamo uguali. Siamo diversi.

p.s. Ovviamente la diversità riguarda solo la politica, le idee di società, le ricette sul futuro. Per il resto siamo tutti uguali amici miei, anche se in alcuni movimenti vedo che c’è qualcuno più uguale degli altri che epura con raccomandata con ricevuta di ritorno, manco fosse una multa della Polstrada!

p.p.s. Il mio soggiorno siciliano mi ha impedito di votare Stefano Fassina alle primarie per la scelta dei Parlamentari del PD. A proposito: circa un milione di persone, in mezzo alle feste, si è recata ai seggi dei partiti per votare. Ai primi dicembre soltanto ventimila persone su duecentomila hanno pigiato i tastini del loro PC per votare alle Parlamentarie del Movimento di Grillo, senza nemmeno muovere il sederono/sederone dalla seggiola. Posso rivendicare la mia diversità almeno in questo?

p.p.p.s.  Interrogativi di fine Natale: ma chi sta pagando la campagna elettorale del Professore? Chi sceglierà Travaglio alle urne fra Grillo e Ingroia? Quale sarà la prossima boutade di Berlusconi, dopo aver detto che il Capo della Coalizione non è automaticamente il Candidato Premier, dopo che il Porcellum l’ha praticamente fatto per questo tanto che nel 2008 è entrato al Quirinale, ricevuto e accettato l’incarico presentando subito i ministri? Un po’ di fosforo, elettori anticomunisti, fosforo. Pare sia contenuto nel pesce che si può mangiare in abbondanza, contenendo il colesterolo buono …

Grazie ad Antonio per avermi corretto il nome della Lista di Antonio Ingroia. Non cambia la sostanza: trovo inappropriato il termine Rivoluzione per un PM

 

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