No place like home
Esistono luoghi, fisici e virtuali, dove ciascuno di noi si rifugia. In essi ci sentiamo protetti, come nell’utero delle nostre mamme. Questo luogo per me è la scrivania dalla quale sto scrivendo, battendo sullo schermo del mio iPad. Non si trova nel medesimo luogo fisico di sempre, bensì tre metri più su e qualche metro più a ovest, avendo trasferito il mio quartier generale nell’appartamento dove i miei nonni hanno vissuto per venticinque anni. Ma questa scrivania ha per me il medesimo effetto: riesce a farmi sentire bene, come nessun altro posto al mondo. Credo sia in massima parte dovuto al panorama: nelle giornate come quella di oggi, dove il sole è così caldo da farti dimenticare di essere alla vigilia di Natale, gli occhi si perdono all’orizzonte fino alla fine del Golfo di Catania, riuscendo persino a scorgere la punta di Augusta. Seduto a questa scrivania credo di aver trascorso la maggior parte del mio tempo quando studiavo qui in Sicilia. E ogni volta che torno è come se il tempo qui non si fosse mai fermato. Quante gioie e quanti dolori questo pezzo di legno racconterebbe se potesse parlare. Spesso la gente mi chiede perché continuo a tenere un appartamento in Sicilia quando vi passo al più un quarto di un anno. Quasi sempre la risposta è economica, nel senso che tanto a Roma potrei acquistare al più una coppia di garage … Ma in realtà dentro di me vi è la consapevolezza che questa stanza, che una volta vedeva mio nonno trascorrervi intere giornate, con le sue letture e le sue partite in TV, è il posto dove vorrei invecchiare. Guardando da qui, dall’alto, il mio mare e perdersi fino all’orizzonte, che qui è libero e meraviglioso, senza nessun ermo colle ad ostacolare la stupenda vista.