La colonnina di mercurio
Basta che quella maledetta colonnina di mercurio superi i 38° per catapultare me e mia moglie in una specie di ER domestico. Che autunno, ragazzi! Su tre mesi di scuola Elisa ne ha perduto uno e mezzo soltanto per malattia, con gioia dell’Amministrazione Capitolina che si è beccata per intero la quota per la refezione senza nemmeno erogare pasti! Magari chiamo il Sindaco, vediamo se mi rimborsa dato che siamo in clima elettorale.
Sdrammatizzo un po’ perché ogni volta che Elisa ha più di 38° di febbre ripiombiamo nell’incubo di tre anni fa, quando ebbe un fenomeno di sincope febbrile così forte da farla sembrare morta per quasi mezz’ora. Soltanto un genitore che c’è passato può riuscire a capire che angoscia si prova quando nessun antipiretico riesce a far abbassare la temperatura e sono necessarie ore di spugnature affinché la febbre non salga sopra la soglia oltre la quale il cervello non sai mai se è già maturo per rispondere correttamente. Hai voglia a dirti che siamo vicini ormai ai sei anni e la curva di rischio, statisticamente, è in picchiata. In questi casi la statistica diventa immediatamente quella del pollo …
L’avevo già scritto per il suo compleanno, la vita cambia in maniera così radicale che nemmeno ti ricordi più come gestivi prima le emergenze, perché questa diventa una seria emergenza, altro che sciocchezze quotidiane.
E quanta tenerezza quando la metti sotto la doccia per farla sfebbrare, con quegli occhietti spauriti ma fiduciosi che ogni cosa i suoi genitori la stanno facendo soltanto per stare meglio.
Sono molto fiero di questa bambina: lo so che ha soltanto quattro anni ma le due ospedalizzazioni (e mezzo, compresa la mezza giornata al Bambin Gesù!) che ha avuto l’hanno fatta maturare molto bene. Sembra la cosa più normale del mondo, per lei, ritrovarsi in mezzo alla notte in una vasca da bagno, con la madre che cerca di raffreddarla e il padre che improvvisa teatrini con i suoi pupazzetti, pur di distrarla da quella sofferenza fisica.
Quanti uomini per un mal di testa fanno storie!
In questo credo che le femminucce siano già donne dalla nascita. Come se avessero geneticamente una soglia del dolore (e soprattutto una consapevolezza di esso) molto più alta di noi maschietti, sempre in preda a crisi isteriche per una banale influenza stagionale. D’altronde, come commentai con un mio cugino appena diventato papà, se noi uomini avessimo dovuto partorire il genere umano si sarebbe estinto da un bel pezzo! O forse il parto cesareo sarebbe pubblicizzato come fondamentale per l’intera umanità, per chissà quale motivo saremmo riusciti ad inventare pur di sfuggire i dolori del parto.
Adesso speriamo che le passi presto anche questa volta: anche lei ha diritto ad una vera vacanza di Natale, dopo il bombardamento di febbri e otiti che ha subito durante questo brutto autunno. Ed anche i suoi genitori hanno bisogno di tirare un pochino il fiato e tornare a preoccuparsi delle solite scemenze “mangia, non mangia, parla troppo, non si spegne mai, fa’ questo, fa’ quello” che ogni bambino ha il diritto di procurare e ogni genitore ha il dovere e la sorte di dover affrontare.