Si fa presto a dire Europa
Comincio seriamente a preoccuparmi se condivido il pensiero di Alessandra Mussolini, oggi in un’intervista a Repubblica. La nipote del Duce afferma che quella vista ieri a Bruxelles, alla riunione del Partito Popolare Europeo sia stata una sceneggiata. Onestamente ha ragione, potevano evitarla e poteva anche sottrarsi Mario Monti a questa commedia, essendo capo di un governo per il quale il maggior partito che gli ha votato la fiducia è parte del gruppo dei Socialisti e Democratici europei, a differenza del membro italiano del P.P.E., il Popolo della Libertà, che la scorsa settimana ha sostanzialmente sfiduciato l’esecutivo con quel durissimo discorso di Angelino Alfano.
Potevano evitare perché essere moderati non significa certo essere cacasotto: quella andata in scena ieri è stata l’ennesima dimostrazione che in Europa c’è qualcosa che non va al massimo livello politico per la scarsità della leadership. Ma vi immaginate Adenauer, Kohl, De Gasperi, Moro, Giscard d’Estaing, altissimi esponenti del popolarismo europeo, organizzare un teatrino pur di scongiurare il clown italiano? Penso che Helmut Kohl, colui che unificò la Germania, avrebbe seriamente mandato a quel paese Silvio Berlusconi e avrebbe preteso l’espulsione del Cavaliere dal Partito Popolare Europeo, o quanto meno avrebbe preteso che il populista non avesse partecipato alla riunione, non rappresentando i valori di quel partito.
E che dire dell’altro grande gruppo della politica continentale, il blocco socialista e democratico, che ha cambiato anche nome a Strasburgo divenendo il gruppo dei Socialisti e Democratici europei per far spazio al Partito Democratico italiano, del quale fa parte (direi azionista di maggioranza per il peso politico che possiede) il presidente francese Hollande che addirittura si spertica in elogi del Primo Ministro italiano, auspicando una sua permanenza a Palazzo Chigi, mentre è in pista per la sua parte politica Pierluigi Bersani e addirittura Nichi Vendola vorrebbe copiare qualcosa delle sue politiche economiche?
Ora è vero che grazie a Silvio Berlusconi l’Italia è di nuovo lo zimbello d’Europa ma non è che oltralpe stiano brillando per acume politico e per leadership, se si fanno mandare in tilt da un uomo che nel suo Paese, sondaggi alla mano, ha il consenso del 15% dell’elettorato?
Se Silvio è l’anomalia italiana questi leader europei rappresentano l’anomalia continentale: non sono degni nemmeno di allacciare le scarpe ai loro predecessori, conservatori e progressisti. Forse è anche per questo che la speculazione finanziaria sta giocando come il gatto col topo con la moneta unica.
Perché è facile sparare addosso alla Croce Rossa come sappiamo fare benissimo noi italiani, specialmente quando abbiamo la fortuna di emigrare e di vivere all’estero, magari lamentandoci delle prese in giro che ci fanno per questa anomalia che subiamo da venti anni. Ma anche passare da Kohl a Merkel, da Mitterand a Hollande, da Thatcher a Cameron, da Gonzalez a Rajoy, non è che sia motivo di vanto.