Pietas pro Angelino
Ascolto il discorso alla Camera dei Deputati di Angelino Alfano e non riesco più nemmeno a indignarmi o ad arrabbiarmi. Comincio invece a provare per questo uomo, nominato segretario di partito e diventato invece segretario del vero proprietario del partito, una vera pietà.
Sentirlo abbaiare forte contro Bersani, Casini, Monti, cavalcando adesso la vulgata populista quando per mesi e mesi ha cercato di recitare la parte dell’uomo di stato, sedendosi ai vertici ABC, pensando che contasse qualcosa nel suo partito; pensare che ha indetto delle elezioni primarie per la scelta del candidato premier del centrodestra per il prossimo 16 dicembre (chissà se le ha annullate, speriamo lo comunichi, non vorrei ci trovassimo le promesse file lunghissime per le strade di Roma) e che si è anche candidato, tutto contento di ricevere l’investitura popolare; guardarlo tornare all’ovile dal suo pastore, lui pecorella smarrita che ha provato ad andar da solo; ecco pensare a tutto questo mi ha messo una profonda tristezza e mi ha fatto provare profonda pena per questo mio conterraneo!
È grave?