Cortocircuito sportivo
Uno dei rampolli di quella che – forse giustamente – viene considerata la vera famiglia reale italiana, Andrea Agnelli, messo dalla famiglia a occuparsi del giocattolino bianconero, ha finalmente condannato il vergognoso e penoso striscione apparso allo Juventus Stadium sabato sera.
A Catania i supporter di Speziale, il giovane siciliano condannato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti prima del derby del Cibali del febbraio 2007; a San Siro il vergognoso striscione contro Gianluca Pessotto e adesso le squallide parole a ricordo della Strage di Superga.
E francamente mi sembra un po’ arzigogolato il comunicato del presidente juventino quando afferma:
In tutti gli stadi d’Italia si vedono alcuni striscioni che contengono insulti gratuiti da condannare. L’ambiente e la personalità di uno stadio vengono decise dalla curva, ma la supremazia del tifo non deve manifestarsi nel ricordo delle tragedie altrui. Le tragedie non hanno nessuna fede
Bastava semplicemente un “siete dei delinquenti non vi vogliamo più vedere allo stadio” per condannare fermamente quello striscione. E forse sarebbe anche stato il caso di non far disputare il derby della Mole, almeno non davanti al pubblico, per dare un segnale che la società bianconera su questi argomenti non scherza, dato che pretende serietà di fronte alle sciocchezze che per mesi e mesi ci ha propinato con le stelle e le stelline, il conteggio degli scudetti sul campo, la petulante pretesa di non mettere le due stelle sulla maglietta ma la scritta trenta sul campo.
Ma evidentemente ci sarà una ragione per la quale gli Agnelli abbiano messo a giocare con le macchinine John Elkann e con i palloni il piccolo Andrea.