Un’unione di pace

 In POLITICA

Immagino la rassegna stampa di domani: Corriere, Repubblica, Stampa e Sole probabilmente elogeranno la scelta di conferire il Nobel per la Pace all’Unione Europea. Libero e Giornale attaccheranno la decisione bollandola come la classica interferenza di uno stato (la Norvegia) che appoggia la culona. La Padania chiamerà alle armi. La Sicilia probabilmente darà un colpo al cerchio e uno alla botte, dicendo che sì l’Unione Europea sarà anche una gran cosa, però lo Statuto dell’Autonomia Siciliana è sempre e comunque prevalente su tutto. Noi ci bastiamo sempre a noi stessi!

Il nuovo giornale di Telese, Pubblico, avrà qualche intervista esclusiva ai leader dei sindacati tedeschi, perché se dobbiamo imitare la Germania lo dobbiamo fare in tutto.

Il Fatto Quotidiano ovviamente si schiererà contro questa scelta che probabilmente sarà venuta fuori a seguito dei mille moniti di Giorgio Napolitano. E poi riporterà anche le straordinarie innovazioni di politica estera del suocero di Grillo, prossimo Ministro per gli Affari Esteri e Comunitari.

Ora scherzi a parte: penso che la scelta del Comitato di Oslo sia una delle più belle scelte che si sarebbero potute fare.

È vero, la nostra Unione vive sicuramente un periodo molto difficile da quando è nata. Ma è altrettanto vero che se non fosse nato il concetto di comunità europea, nell’ormai lontano 1954 quando fu stipulato il primo trattato a Roma, probabilmente nel Vecchio Continente avremmo continuato a distruggerci l’un l’altro per le miniere dell’Alsazia e della Lorena, per il dominio sul Mediterraneo, per il petrolio del Mar Baltico.

Non ci dobbiamo infatti dimenticare che nel secolo scorso i due conflitti, che studiamo sui libri come mondiali, nacquero proprio qui, proprio nella pancia della Vecchia Europa. E proprio la straordinaria visione dei nostri Padri Fondatori, che evidentemente avevano capito che i cittadini europei si azzuffavano con troppa facilità, ha consentito di evitare che altro sangue fosse sparso.

Ed è una grande fortuna – che spesso non riusciamo assolutamente a renderci conto di avere – che non esiste più un Granduca da assassinare a Sarajevo per scatenare un conflitto né si potrà più invadere la Polonia per ampliare il Reich.

La cosa più straordinaria che l’Unione ha compiuto è stata neutralizzare l’innata stupidità di noi europei che abbiamo trascorso interi secoli a bombardarci l’un l’altro e ha di fatto trasferito queste battaglie su dei prati lunghi 110 metri e larghi 65 metri, sui quali ci scanniamo – in mutande ed inseguendo un pallone – ogni due anni!

E quasi sempre sono pochi i danni collaterali delle nuove epiche battaglie.

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