Misure per la crescita
La commissioni Affari Costituzionali del Senato della Repubblica ha approvato i capisaldi della riforma della legge elettorale che dovrebbe definitivamente mandare al macello il maialino di Calderoli. Con il voto contrario del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, la Commissione ha votato – oltre ad un premio del 12,5% alla coalizione vincente – anche la reintegrazione delle preferenze multiple, facendo decadere automaticamente la proposta del PD per l’introduzione dei collegi uninominali.
Evidentemente sull’esempio di quanto avvenuto alla Regione Lombardia, si è ritenuto opportuno inserire ulteriori misure per la crescita economica …. della criminalità organizzata, s’intende!
Adesso però saremo tutti più felici perché avremo un sistema proporzionale (teoricamente il più giusto perché dovrebbe rappresentare tutti i punti di vista), ci potremo dividere in mille partiti (mica possiamo rinunciare alle nostre fondamentali differenze sul ruolo dell’Europa, sui matrimoni gay o sugli asili nido, no?), potremo scrivere il nome del nostro deputato e del nostro senatore sulla scheda (così abbiamo il potere di scelta!): pazienza se poi da Nord a Sud le preferenze saranno adoperate per pilotare gli appalti e il riciclaggio dei proventi delle varie mafie. Sono rischi che in democrazia dobbiamo correre.
Certo se avessimo – come in Inghilterra o in Francia – diviso il territorio in tanti collegi uninominali quanti sono i parlamentari da eleggere forse sarebbe stato più semplice.
Ma poi come avremmo potuto assegnare gli appalti pubblici?
Forse questo è il primo passo verso la legalizzazione della criminalità organizzata che con il suo volume d’affari colmerebbe in un sol colpo tutti i buchi di bilancio. Altro che recessione!
È proprio vero che la guerra fra Stato e Mafia è finita ed è stata vinta.
Dalla Mafia, purtroppo.