Postilla sull’Olgettina
Solo una postilla, stamattina, al mio post di ieri sull’intervista di Vinci alla Minetti.
Su Libero di oggi c’è un lungo e anche interessante articolo di Selvaggia Lucarelli che cerca di spiegare quali siano le ragioni per le quali la consigliere regionale olgettina dovrebbe dimettersi. “Non bastano faccia tosta e sedere per fare di una velina un politico”, tuona nel sommario la giornalista sul quotidiano di Belpietro, definendo spudorata la bella e rifatta riminese.
E poi, dopo un po’ di ironia molto sagace, la Lucarelli si rammarica (retoricamente) di non essere stata seduta sulla sedia di Alessio Vinci e incalza Nicole, rispondendo alla domanda “Perché dovrei dimettermi?” in questo modo (cito testualmente):
E allora te lo dico io, amica chips, perché dovresti farci questo favore. Perché sei indagata per favoreggiamento della prostituzione, perché al telefono dividevi l’universo femminile in zoccola, sudamerica (…)
Perché la ragione per cui sei in politica l’hai spiegata bene tu, in un’intercettazione in cui dicevi: “A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento perché così lo stipendio lo paga lo Stato”.
Perché la politica è una cosa seria, che non si annacqua in barili di trovate sceme (…)
Perché se fai politica, esiste un registro di credibilità, dignità, buongusto sotto al quale non si può andare.
Perché non è la sfilata in costume ad essere inconciliabile con la politica ma il vuoto di valori, competenza cultura, dignità, merito vocazione politica e, aggiungerei, di consensi.
Nulla da eccepire, s’intende, alla lista della spesa e delle doglianze che la Lucarelli estende con forte rabbia; così come si è assolutamente d’accordo sul fatto che non si capisce (o meglio si comprende perfettamente dato che tutti teniamo famiglia!) perché a Mediaset abbiano accettato un’intervista simile senza argomenti tabù:
Berlusconi, le feste, le intercettazioni, Ruby, i processi. Perché tolti quelli non si capisce bened i cosa dovrebbe parlare, Nicole Minetti (….) È come invitare Federica Pellegrini e sentirsi dire: “Sì però non parlo di nuoto, Magnini, tatuaggi tacco 12 e Luca Marin”
Peccato però che la brillante e divertente giornalista-blogger scriva su un quotidiano che continua ogni giorno a menarcela con l’appoggio incondizionato all’utilizzatore finale della Minetti.
E che oggi se ne esce in prima pagina con un’intervista telefonica del direttore Belpietro al Cavaliere, come se questi invece possedesse tutto quel bagaglio di valori che la Lucarelli contesta alla Minetti.
E che prende a pretesto Silvio per qualunque evento accada nel mondo (oggi a pagina 19 Silvio fa scuola: Kaladze vicepremier in Georgia – Dal Milan all’arena politica), con un culto della personalità che farebbe arrossire la Pravda brezneviana.
Peccato però che il giornale sul quale scrive la Lucarelli ce la meni con la persecuzione giudiziaria di Silvio Berlusconi, sei giorni su sette (non esce – sempre sia lodato il Signore! – il lunedìì), 52 settimane l’anno! Che sulla vicenda Ruby ha deriso, sfottuto, ingiuriato il Pubblico Ministero Ilda Boccassini, che non faceva altro che curiosare nella vita privata del Cav.
Peccato che il direttore della blogger laziale abbia tuonato proprio contro quelle intercettazioni, che adesso Selvaggia adopera come capo d’accusa nei confronti della Minetti, che a suo dire hanno leso le fondamentali prerogative di un parlamentare, sempre Silvio, controllando – come in un golpe – la vita privata del Presidente del Consiglio, mettendo sotto controllo tutti gli ospiti di Arcore.
Peccato per tutto questo perché l’articolo di Selvaggia sarebbe anche condivisibile se non fosse stato scritto su quell’orrendo papello che usurpa anche un bellissimo aggettivo qual è libero.