The Italian English
Ci si potrà scannare tutta la vita fra chi sostiene che sarebbe stato meglio andare a votare lo scorso anno, quando finalmente cadde il più increscioso Governo della Repubblica, e coloro che invece sostengono che Mario Monti sia stato veramente il Salvatore della Patria.
Potremo litigare tutti i santi giorni sulla ritrovata credibilità internazionale, sulla frase “ce lo chiede l’Europa!“, sul rapporto con i tedeschi e con la Merkel, sulla sintonia del Primo Ministro con Mariano Rajoy e con François Hollande (anziché con Putin e Lukashenko).
C’è però una cosa sulla quale sicuramente dobbiamo essere grati a Mario Monti ed è che ha restituito, a noi poveri italiani, la dignità del nostro accento anche quando andiamo alla CNN.
D’altronde la lingua inglese è la vera lingua franca del nostro tempo, il nostro latino, e pertanto – con buona pace del Principe Carlo e degli accademici di Princeton – nessuno in tutto il pianeta potrà mai dire qual è la corretta pronuncia o il corretto accento, così come l’accento latino corretto non potrà certo essere quello del Sommo Pontefice, che è tedesco!
Non possono più sostenerlo i sudditi di sua maestà Elisabetta II, eredi ormai di un impero che non esiste più, così come non possono certo farlo gli americani, per il semplice fatto che fra un po’ si parlerà più spagnolo che inglese dall’Atlantico al Pacifico! E poi parlano sicuramente inglese più cinesi che americani, in quanto si stima che la popolazione ricca dei cinesi, quella che ha studiato e fatto i soldi, spesso proprio con gli yankees, sia superiore proprio alla popolazione degli interi Stati Uniti che già di suo è un quinto della popolazione della Repubblica Popolare.
E sicuramente potrebbero pretendere che il vero accento inglese sia quello della penisola indiana anche perché è parlato da oltre un miliardo di individui, ormai da oltre mezzo secolo indipendenti dalla corona britannica.
Poi c’è l’inglese del Sudafrica e di tutti quei paesi, Australia e Nuova Zelanda in testa, che si trovano sotto l’Equatore e che hanno un accento ed una peculiarità proprie, assai diversi da quelli di Oxford e Washington!
Naturalmente prima che noi italiani potremo dirci bilingue ne correrà e forse dovranno passare almeno un paio di generazioni, specialmente per la qualità pessima dell’insegnamento della lingua di Shakespeare nel nostro Paese. Però ci fa piacere che il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri vada ad un talk show americano, nella principale emittente di news del mondo, e non abbia bisogno di un interprete o di un auricolare. E ci fa piacere soprattutto se ricordiamo il suo predecessore a Crawford, TX, quando fu preso in giro dal presidente cow-boy Bush jr. dopo un leggendario elogio della bandiera americana:
Il suo “nos only” credo rimarrà nella storia!