Provocazioni elettorali
Facciamo finta – per un attimo – che Matteo Renzi e Beppe Grillo riescano – finalmente! – nel loro intento di rottamare tutta la classe politica e che riescano – muovendo mari e monti – a far sì che già alle prossime elezioni politiche si candidino coloro che non hanno completato due legislature (che poi non vuol dire niente in quanto una legislatura può terminare anticipatamente).
Quindi – finalmente! – saremmo riusciti a mandare via dal Parlamento esponenti di spicco di primo piano di ogni partito, da Massimo D’Alema a Walter Veltroni, da Rosy Bindi ad Anna Finocchiaro, da Silvio Berlusconi a Fabrizio Cicchitto, da Pier Ferdinando Casini a Rocco Buttiglione, da Gianfranco Fini ad Antonio Di Pietro, e potrei continuare perché è noto che l’elenco è lungo.
Che bello, gente nuova, aria fresca!
Ah dimenticavo: possono candidarsi tranquillamente Domenico Scilipoti, che tutti sicuramente ricordano!, Antonio Razzi (quello che salvò il Governo Berlusconi per salvare la pensione da deputato), Massimo Calearo (quello che sta a Montecitorio per il mutuo).
p.s. questi americani di complemento (le primarie di Renzi non mi piacciono perché sono troppo copiate da quelle americane e obamiane in particolare), che citano gli US of America solo quando conviene loro, non hanno capito che il limite del doppio mandato negli USA è solo, ripeto, solo per il Presidente (Potere Esecutivo) non per i membri del Congresso che comunque ogni due anni, se deputati, si devono sudare la rielezione oppure ogni sei anni, se senatori, devono battersi per avere il loro seggio confermato.
In ogni caso, nel delicatissimo equilibrio dei poteri costituzionali degli US of America, i nostri yankees all’amatriciana non notano come i giudici della Corte Suprema americana siano nominati a vita (oh yes) e sono coloro che detengono – probabilmente – un potere anche maggiore del Commander in Chief pro tempore alla Casa Bianca. Poi che sia consuetudine per un Giudice della Supreme Court lasciare l’incarico quando l’età non consente più di espletarlo con dignità e nel rispetto della US Constitution è una cosa buona, a differenza di chi – nel Parlamento italiano – scalda la poltrona sia al primo che all’ennesimo mandato.
Infine è interessante notare che proprio quel limite del doppio mandato ha consentito agli Stati Uniti di cambiare presidente nel 2000, dopo otto anni di Clinton. Per affidarsi, brogli o non brogli della calda Florida, al figlio poco capace del predecessore di Bill Bubba: George W. Bush, l’inventore dell’esportazione manu militare della democrazia. Ha lasciato così tanto il segno nella storia americana, l’amico intimo di Silvio Berlusconi, che nemmeno il suo partito lo lascia più parlare alle convention (sia nel 2008 quando era presidente in carica, sia quindici giorni fa quando Mitt Romney ha accettato la nomination). Il marito di Hillary invece non solo ha compiuto uno dei più bei discorsi che si siano ascoltati in questa campagna elettorale e non solo, ma è stato anche usato dai Republicans per dire “Vedete? Obama mica è Clinton!”.