Prove generali di catastrofe

 In POLITICA

Di rientro dalla sbornia estiva siciliana sto ricominciando, pian pianino, a riabituarmi a telegiornali, quotidiani, gossip e via dicendo.

Ora abbiamo appreso che nella mia regione l’onnipotente governatore uscente Lombardo e il suo ex nemico Gianfranco Micciché hanno raggiunto l’accordo per candidare – alla Presidenza della Regione Siciliana – l’esponente di destra (si potrebbe aggiungere anche estrema) Nello Musumeci, ex Presidente della mia provincia.

E con tutta probabilità l’esponente del partito di Storace sarà eletto Governatore della Sicilia.

Questo ovviamente non accadrà soltanto perché Musumeci può contare su molti voti personali oltre all’enorme potere che Raffaele Lombardo ha nell’isola. Avverrà anche (e forse soprattutto) perché dall’altro lato dello schieramento hanno deciso di spararsi nuovamente sulle parti basse dividendosi in tre: il Partito Democratico, con l’accordo del Centro di Casini, schiera e appoggia Crocetta, ex sindaco di Gela e promettente promessa del Partito. Ma non riceve l’appoggio di SEL: il partito di Vendola infatti, considerandosi il più puro tra i puri di cuore di sinistra, ha deciso di candidare Claudio Fava, un mito tra noi ex giovani di sinistra (ex si riferisce a giovani, naturalmente!) che ha trovato una sua casa nel nuovo partito vendoliano. Per completare l’opera l’Italia dei Valori di Di Pietro e Orlando, sempre per non farci mancare nulla ma proprio nulla, schiera ancora un altro candidato (anche se non ufficilizzato) proprio perché Fava, nella primavera scorsa, appoggiò Ferrandelli all’elezione palermitana (quello uscito vincitore dalle primarie del centrosinistra alle quali sconfisse Rita Borsellino, candidata del PD e appoggiata dall’attuale sindaco del capoluogo) e quindi gli esponenti di noidell’italiadeivalori non se la sono sentita di dare il loro paterno perdono al figlio del giornalista ucciso dalla mafia e quindi appoggiarlo nella corsa contro Musumeci e Crocetta. Avranno pensato che forse era meglio un suicidio collettivo!

Nel principale partito a sinistra poi ha tenuto banco per giorni e giorni una battuta di Crocetta, omosessuale dichiarato, che annunciava voto di castità per tutta la durata dell’eventuale mandato poiché “governare  la Sicilia sarebbe come entrare in convento” (sic).

Ora Dio non voglia che veramente a Roma raggiungano presto l’accordo per modificare il porcellum perché il voto siciliano di fine ottobre sarebbe semplicemente la prova generale della catastrofe della sinistra che avverrebbe inesorabilmente con un voto anticipato di novembre, dove la solita frammentarietà dello schieramento di centro-sinistra (o di centrosinistra o di alleanza fra progressisti e moderati o come cavolo la vorranno chiamare) porterà senza nemmeno troppi sforzi l’Unto del Signore al suo quarto mandato per completare l’opera di distruzione morale e fisica del nostro Paese.

p.s. una parola sulla battuta di Crocetta: noi liberi pensatori di sinistra ce la mettiamo tutta, ma proprio tutta, per spiegare a chiunque, a partire dai nostri figli, che nessuno è diverso dagli altri, soprattutto in tema di sessualità e che chiunque in questo mondo ha il diritto di vivere la propria sessualità come meglio crede, senza essere giudicato per questo né tanto meno avversato o discriminato per le scelte compiute sotto le lenzuola. Cadono francamente le braccia (per non parlare d’altro) quando un esponente di spicco del Partito Democratico, nel quale dovrebbero convivere anche i cosiddetti cattolici adulti (copyright Romano Prodi), si autodefinisce diverso e si autodiscrimina. Non credo infatti che a Roberto Cota, a Vasco Errani, a Renata Polverini, a Stefano Caldoro, solo per citare alcuni governatori assai noti a livello nazionale, qualcuno abbia mai chiesto un voto di castità (poi sorgerebbe il problema della verifica di questa promessa!) per tutta la durata del loro incarico, specialmente senza sentire i loro coniugi! Se questo è il dazio da pagare all’alleanza con l’UDC forse era meglio evitare di candidarsi.

 

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