E si torna alla vita reale
E così anche questi giochi londinesi sono terminati. Sono stati quindici giorni molto intensi e grazie al mosaico di Sky e all’applicazione sull’iPad Sky Go sono riuscito a vedere moltissimi eventi sportivi senza litigare con mia figlia e i suoi cartoni animati!
Con buona pace del guru del nuovo millennio, Beppe Grillo, che ha ovviamente tuonato contro i giochi delle multinazionali, prendendosela anche con gli sport minori (evidentemente alla Casaleggio & Associati stanno per preparare anche il programma per sostituire i Cerchi Olimpici con le loro Cinque Stelle e stabilire, naturalmente dal basso e grazie al numero di fan che possiedono su Facebook e Twitter, quali possono essere i veri sport da far conoscere al pubblico vivo e non di zombie come noi che ci siamo gustati i Giochi di Sua Maestà), l’immagine di questa Olimpiade che porterò dentro sarà quella degli arcieri alla prima giornata. Contro gli aitanti statunitensi, belli e maledetti con il loro fisico da Robin Hood, i nostri panzuti eredi degli sport medievali hanno riscattato quanti di noi maschietti italiani combattono ogni santo giorno che Dio manda su questa terra contro la maledizione dei carboidrati e della pastasciutta, croce e delizia di noi della Magna Graecia, eredi di chi i Giochi proprio li inventò! E solo un’ottusa ignoranza può non vedere cosa ci sia di meraviglioso nel vedere giocare e praticare sport semisconosciuti, come Grillo ha scritto sul suo blog, nella magia del salto triplo, che ricorda i salti nei fiumi, o il lancio del disco che porta alla mente il famoso Discobolo o gli straordinari assalti della scherma.
E quanti sono così chiusi di mente da non capire che judo e taekwondo sono sconosciuti in Occidente ma enormemente noti in Oriente, non riescono proprio a comprendere come questi Giochi Olimpici, tanto politicizzati nel passato durante la guerra fredda, hanno sostituito proprio le battaglie antiche e celebrato la convivenza fra tutte le nazioni. E il comico-politico genovese, megafono di un movimento palesemente fascista nei toni, che non esita ad offendere una signora dello sport, Josefa Idem, che ha rinunciato a gareggiare con i colori teutonici per indossare le azzurre divise della nostra disastrata Italia, dimostra di non aver capito proprio nulla di cosa siano in realtà i giochi e di cosa sia stato celebrarli nella città più cosmopolita d’Europa e forse del mondo intero dopo New York. Voler ad ogni costo fare il bastian contrario, aiutato ovviamente da alcuni quotidiani che sembrano ultimamente più attenti alla costruzione di un nemico piuttosto che alla ricerca della verità giornalistica, mi è sembrato puerile e molto offensivo per quei milioni di italiani che guardano e praticano le discipline presenti ai Giochi e non meritano i commenti disgustati di un povero frustato ultra sessantenne, ormai caduto in disgrazia anche tra i comici.
E poi a quanti rompono quotidianamente i gabbasisi con polemiche stucchevoli sui soldi, sui professionisti, sui tennisti, calciatori, nuotatori, e via dicendo, vorrei dire semplicemente: avete rotto! Che palle guardare sempre a quanto guadagnano gli altri! Ma perché non andate a vivere nell’ultimo avamposto mondiale dove gli stipendi, pardon salari, sono uguali per tutti, tutti sono felici e contenti perché il figlio del caro leader e nipote del presidente eterno pensa a tutto?
Per un Usain Bolt che guadagna 20 milioni di dollari l’anno (più della maggior parte dei calciatori professionisti, dei cestisti, dei tennisti, caro Grillo) in sponsorizzazioni ci sono migliaia di giovani e meno giovani che praticano sport per il puro piacere di tenersi in forma e i Giochi, dove i loro sport sono rappresentati al massimo livello, sono anche un modo per sognare – un dì – di ritrovassi anche loro con una medaglia al collo!
Un po’ come quegli attori di parrocchia o di liceo, ogni auto riferimento è ovviamente voluto, che recitano per il gusto di salire su un palcoscenico, senza per forza pensare un giorno di fare uno show sull’America o sul Brasile sulla Rai o fondare un movimento sedicente post-politico e sparare alzo zero contro chiunque!
Dunque ciao Londra e grazie, adesso possiamo tornare alla vita reale, fatta di calcio (che bell’assaggio la super coppa di lega a Pechino, vero?) e di sport cosiddetti maggiori, dimenticando per quattro anni quei panzuti con l’arco e la carabina per poi ritrovarli sulle spiagge di Rio nel 2016, dopo il Mondiale di Calcio sempre in Brasile che ci ritrasformerà in un popolo di Commissari Tecnici pronti a crocifiggere il povero Cesare Prandelli!