Sorridere sempre
Venti anni fa, proprio negli istanti in cui Paolo Borsellino saltava in aria a Palermo, in via D’Amelio, solo duecentotrenta chilometri da casa mia, mi trovavo in automobile per andare a Pedara, uno degli ultimi paesini sull’Etna, per studiare con una collega la preparazione per qualche esame che all’epoca dovevamo sostenere.
Ascoltavo la radio e improvvisamente ci fu l’edizione straordinaria del Giornale Radio. Giunto nella villetta della mia amica guardammo in TV le immagini che giungevano da Palermo e la voglia di studiare ci passò, come ovvio, rimandando tutto ai giorni successivi.
Raccontano le cronache giornalistiche del tempo che Lucia Borsellino, la figlia primogenita del magistrato palermitano, pulì il volto del padre dilaniato dalla bomba e eliminando il fumo e la sporcizia, riuscì a scorgere sotto i baffi dell’amato padre un sorriso: questo particolare, per chi ha visto il film su RAI UNO interpretato da Luca Zingaretti, lo avrà ricordato proprio perché l’attore romano sorride nell’istante in cui la bomba esplode.
Mi piace ricordare così Paolo Borsellino, con quel suo sorriso di uomo perbene che anche di fronte alla morte, con la propria coscienza a posto e certo di aver fatto tutto quanto in proprio potere per la causa in cui credeva, può anche andare via, passare la mano.
Certo se vedesse come è ridotta la sua Sicilia oggi, venti anni dopo, chissà se il suo sorriso rimarrebbe intatto o se invece diventerebbe più una smorfia di dolore.