Tre stelle e due palle

Devo ammettere che quando nel 2006 soltanto la Juventus, fra le grandi, pagò il prezzo salatissimo di Calciopoli con la retrocessione nella serie cadetta, la squadra e la società bianconera cominciarono a farmi una discreta simpatia, dopo più di trentaquattro anni passati a detestarli.

E confesso che non mi è dispiaciuto più di tanto il fatto che una società sana, con uno stadio di proprietà bellissimo e con una squadra molto giovane e affamata di successi vincesse di nuovo lo scudetto nel maggio scorso.

E poi grandissima ammirazione per un campione, Alessandro Del Piero, che in Nazionale mi ha fatto incazzare mille volte ma che sicuramente è stato per tutti gli appassionati di calcio un esempio da seguire, sia in campo che (soprattutto) fuori.

Solo che non appena hanno vinto meritatamente lo scudetto, senza nemmeno perdere una partita, la Juve ha cominciato – con il suo presidente Andrea Agnelli in testa – una puerile, infantile ed inutile battaglia per il riconoscimento della terza stella, salvo poi togliere tutte le stelle dalle maglie e porre una scritta “30 sul campo“! E pensare che il figlio dell’Umberto ricopre la stessa posizione di un grandissimo gentiluomo, Giampiero Boniperti, che quando ero ragazzino era sinonimo di grandissima eleganza nella sconfitta e mai entrava nella polemica.

Adesso invece il presidente della Juve sembra (è) uno di quei ragazzini viziati che non accetta le regole del gioco e comincia a montare polemiche inutili.

Peccato, per la prima volta la Juventus mi stava diventando simpatica: ora ho la matematica certezza che potrò pure morire democristiano, continuando così, ma mai bianconero!

p.s. Dopo la Vecchia Signora aspettiamo adesso le polemiche del Torino per lo scudetto revocato nel 1927, della Roma per il gol di Turone e dell’Inter per il caso Iuliano-Ronaldo. Alla fine forse sarebbe meglio abolire direttamente le stelle!