Che rottura di bosoni!
Chi ha la sfortuna di comprendere almeno sommariamente le lingue straniere, perché tanto in Italia si tratta proprio di sfiga, potrà notare come sui principali quotidiani in lingua francese e inglese, non vi è nessun riferimento alla religiosità della scoperta del secolo, quella del Bosone di Higgs. Su quasi tutti i quotidiani in lingua italiana invece non vi è solo l’affascinante semplificazione nominalistica del bosone, chiamandolo particella di Dio, ma vi sono proprio un bel po’ di articoli, più o meno alti, sul rapporto fra religione e scienza, fra fede e ragione. La diversità del nostro giornalismo sta forse in questo iperprovincialismo, nella corsa a essere più realisti del re in politica e più papisti del Papa in materia di fede. Ed è straordinario in questo senso un articolo, su uno dei quotidiani della cosiddetta destra, che arriva ad affermare che la scoperta dell’esistenza di questa particella, scoperta che tutti i giornali del mondo ritengono fondamentale per lo studio della fisica del futuro, non serva praticamente a nulla.
Colpisce in questo contesto che un sobrio (sto per odiare questo aggettivo!) trafiletto su “l’Osservatore Romano” sia un vero tributo allo scienziato (ateo) che per primo teorizzò l’esistenza del bosone responsabile della massa, specialmente se lo confrontiamo a stupide disquisizioni sull’esistenza o meno di Dio, con le due opposte tifoserie schierate, nell’ennesima dimostrazione di come la nostra società sia di fatto una delle più immature del pianeta.
Se si diceva una volta che la letteratura era lo specchio dei tempi (e per molti versi è ancora vero) forse oggigiorno la stampa e la televisione lo sono dei nostri: la cosa che trovo insopportabile è che la maggior parte di coloro che vivono la Fede come una sorta di tifoseria per l’Altissimo quasi sempre lo fanno con l’occhio e la mano di San Tommaso. Che sarebbe poi il contrario proprio della Fede.
A volte penso che se non si conoscessero le lingue straniere sarebbe anche meglio, perché si eviterebbero questi confronti impietosi e il rossore della vergogna provata.