Buon Compleanno, Mamma

 In LIFE

Avresti compiuto 65 anni stamane, mamma,  se non te ne fossi andata oltre venti anni fa. Una cifra tonda che una volta significava pensione di vecchiaia (almeno per noi uomini). Adesso invece, sia per i maschietti che per le femminucce (come se fossimo veramente in un paese egualitario sul tema dei diritti di genere), calcolare il giorno in cui ci si potrà godere il meritato riposo è affidato ad una sorta di classifica avulsa, degna degli europei di calcio attualmente in corso in Polonia e Ucraina.

Il calcio è l’unica cosa in comune che c’è con l’ultimo tuo compleanno, il 22 giugno 1990. All’epoca c’erano i mondiali italiani e oggi invece la massima competizione calcistica europea. Quel giorno, leggo su wikipedia, vi era la giornata di riposo fra la fase a gruppi e gli ottavi di finale: quanto entusiasmo per Schillaci e compagni e che disperazione quel 3 luglio a Napoli con l’Argentina di Maradona e Donadoni e Serena che sbagliarono i rigori, dopo che Zenga era andato a farfalle, consentendo a Caniggia di pareggiare il gol di Totò!

Per il resto l’enciclopedia wiki ci aiuta a scoprire che mentre spegnevi per la tua ultima volta le candeline, sulla classica torta-gelato che io mi divoravo almeno per metà!, a Berlino veniva smantellato l’ultimo checkpoint, Charlie. Pensa un po’, all’epoca la Germania ancora era divisa in due così come diviso in due era tutto il nostro mondo europeo. Ricordo ancora quando passammo da Gorizia e mi colpì la frontiera con Nova Gorica in Jugoslavia, adesso Slovenia: il nostro piccolo Muro di Gorizia. E pensare che oggi, quando Gorizia e Nova Gorica praticamente si confondono l’una nell’altra e che la Slovenia fa parte dell’Unione Europea e adotta la stessa moneta dell’Italia, c’è ancora gente, anche importante, che non capisce cosa sia significata l’Unione in questa parte di pianeta.

Che idioti!

Anche l’esame di stato, la maturità (si fa per dire!), è cambiato rispetto ad allora e non soltanto perché alle prese con gli esami c’ero io, ma perché è proprio cambiato tutto. All’epoca i voti si davano in sessantesimi, la commissione era tutta esterna, tranne per il famoso e famigerato membro interno (espressione che adesso non si potrebbe adoperare dopo la statua di Priapo alle cene di Arcore), noi sceglievamo una materia per l’orale e l’altra ufficialmente la sceglieva la commissione e te la comunicava qualche giorno prima … In realtà la sceglievamo noi insieme al membro interno che faceva finta di negoziare con gli altri commissari quale insegnamento sottoporre ad esame.

Questi erano i temi della mia maturità: scelsi Pascoli, non volendomi cimentare né con l’attualità (dell’epoca), né con la Storia, né né con la Scienza. Ho scritto parecchie stupidaggini ultimamente, specialmente su queste pagine,  ma quando rileggo la traccia che scelsi per cimentarmi nel primo vero esame della vita penso che oggi mi auto-rinchiuderei in un ospedale psichiatrico! Se guardiamo il tema di attualità mi viene da sorridere: si parla evidentemente di guerra fredda e non poteva che essere così dato che solo qualche mese prima di quell’esame avevamo vissuto la stagione più pazzesca dal secondo dopoguerra, con la caduta del Muro di Berlino, anticamera delle varie cadute dei regimi socialisti del Patto di Varsavia, sbattuti a terra come birilli uno dopo l’altro fino al 1992 quando anche l’Impero Sovietico cessò di esistere.

E pensare che c’è gente che ancora oggi vive con la nostalgia di quei tempi! Sia a destra che a sinistra!

Riflettevo anche su quella terza traccia comune: improvviso declino del Neoguelfismo. Ho da poco terminato il saggio del giornalista Gianluigi Nuzzi “Sua Santità” e mi sembra surreale che nel 1990 si parlasse del declino del Neoguelfismo. Mai come in questi ultimi decenni la Chiesa Cattolica in Italia ha fatto politica attiva, aiutata dalla vacatio del potere pubblico che avrebbe dovuto tutelare gli altri, coloro che non credono o che credono in qualcos’altro.

Oggi le tracce della maturità viaggiano su internet: all’epoca nemmeno esisteva il GSM e i telefonini proprio ini non erano, dato che pesavano quintali. Dovevamo attrezzarci con le cartucciere, cercando – con pantaloni ampi – di non farci sgamare dalla  Commissione. Per non parlare degli escamotage per passarci le copie, in bagno, dietro gli scarichi delle tazze, ammucciate con le complicità dei bidelli! Adesso invece i ragazzi riescono a portarsi dentro anche gli smartphone e le tracce sono risolte in meno di mezz’ora … Non vorrei passare per vecchio però all’epoca ci si ingegnava di più: carta carbone, carta chimica, sussurri, insomma ci sembrava di vivere quelle sei ore di italiano e cinque ore del secondo scritto, per me matematica, come se fossimo degli 007, con il membro interno che faceva da messaggero per chi era più indietro nello svolgimento. Ricordo con molta tenerezza il nostro commissario interno che quando mi veniva a chiedere aiuto sul compito di matematica per i compagni in difficoltà mi guardava come rintronato e cercava di memorizzare quanto più possibile di quello che gli dicevo: mi domando adesso chissà che informazioni avrà passato! Ora invece in tempo praticamente reale si ha la versione di greco o la soluzione di problemi di matematica: basta essere social, quale diciottenne non lo è oggigiorno!

Pensa un po’: ventidue anni fa l’OMS toglieva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali e noi ancora siamo qui a discutere di stupide dichiarazioni di un ragazzotto, Antonio Cassano, che ha l’unico talento di saper calciare la palla in modo sublime, quando è in giornata, ma che farebbe meglio a stare zitto nel resto del tempo. Nell’agosto del 1990 veniva tolto dal mercato il 45 giri, supporto ormai desueto e non richiesto dal mercato. Oggi invece ad essere praticamente obsoleto è quasi il formato mp3, potendo ascoltare musica anche in streaming sulla nuvola, come si usa dire adesso. All’epoca Berlusconi era solo quello di Canale 5 (cit. Gaspare Spatutta, collaboratore di giustizia, ex uomo d’onore) e faceva molto bene il presidente del Milan, Andreotti presiedeva il suo sesto Governo nel quale già allora militava quale esponente politico attuale: l’ex Sindaco di Napoli (fino alla scorsa estate) ed ex ministro di svariati dicasteri Rosa Russo Iervolino; al Bilancio (oddio incredibile ma vero!) c’era Paolo Cirino Pomicino, ancora oggi influente uomo politico; Maurizio Sacconi era sottosegretario socialista al Tesoro retto da Guido Carli prima della sua folgorazione sulla via di Arcore e delle sue battaglie contro i lavoratori insieme al suo amichetto Renato Brunetta; Clemente Mastella, temporaneamente desaparecido nella politica nazionale, era  sottosegretario alla Difesa (dove ci sono appalti c’è Clemente!); il repubblicano Nucara era sottosegretario ai Lavori Pubblici (lo ricordiamo per estenuanti trattative per salvare il Berlusconi IV lo scorso autunno); Calogero Mannino era ministro dell’Agricoltura; infine Carlo Vizzini alla Marina Mercantile. La politica italiana schifo faceva e schifo fa – ecco un’altra cosa che non è cambiata oltre al calcio! Ma che poi in realtà anche il calcio è cambiato: la vittoria vale ormai tre punti e non due e il portiere non può prendere la palla con le mani se gliela passa volontariamente un compagno! In definitiva l’unica cosa che non è cambiato è lo schifo nel quale versa la nostra classe politica, incapace non solo di rinnovarsi ma soprattutto di adoperarsi per il bene generale e per l’interesse di tutti e non di pochi.

Sono passati ventidue anni, mamma, da quel tuo ultimo compleanno: Bianca e io eravamo due ragazzi e adesso guardaci qui, con compagni di vita e figli, anzi figlie – almeno finora. Sono molto deliziose le tre bambine e specialmente le due grandi, la maggiore di Bianca e la mia, quando giocano insieme, sono magnifiche. Hanno due caratteri e due personalità molto diverse, ma è bello vedere che vanno così d’accordo e che si vogliono tanto bene.

Avresti compiuto 65 anni, mamma: al meritato riposo ci sei arrivata molto prima di noi, anche se purtroppo è quella requiem aeternam che non avremmo mai voluto. Ma oggi, nel giorno del tuo 65° compleanno, la pensione te la diamo lo stesso, simbolica (anche perché per quella vera non ci sono i soldi nemmeno per noi!): sono quelle tue tre nipotine così piene di vita che ci rendono la giornata pienissima, anche troppo talvolta, simbolo della vita che si rinnova e della speranza per il futuro, se non dell’Italia, almeno delle nostre famiglie.

Buon Compleanno, Mamma.

R.I.P.

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