Ritorno al passato
Questa notizia è veramente terrificante e potrebbe pregiudicare – se la situazione non migliora sensibilmente – l’eventuale rielezione di Barack Obama che potrebbe pagare colpe che francamente non sono sue.
La Fed certifica quindi inesorabilmente (e anche colpevolmente durante il mandato di Greenspan) che il Governo della Finanza e il capitalismo sfacciato di Wall Street hanno impoverito in maniera impressionante le famiglie americane.
Soltanto un ritorno ad un capitalismo più basato sul lavoro, sulla capacità di produrre beni e servizi e meno dipendente dai mercati è in grado di risollevare l’Occidente da questa crisi che ormai dura da oltre cinque anni.
La cosa paradossale è che se la situazione dell’occupazione, e in generale della ricchezza delle famiglie a stelle e strisce, non migliora sensibilmente da qui a novembre il presidente uscente Obama rischia di perdere le elezioni presidenziali e consegnare a Mitt Romney le chiavi della Casa Bianca, proprio ad un esponente di quel Partito Repubblicano che con le sue scelte scellerate – negli anni di Bush – ha contribuito in maniera dirompente all’esplosione del modello capitalistico-finanziario di Wall Street.
Ma ad uscire sconfitta, da questo rapporto della banca centrale americana, è anche una certa idea di sinistra, quella sorta di neoliberismo di sinistra, incarnato dalla Terza Via di Tony Blair e di Bill Clinton (e in Italia rappresentata da Massimo D’Alema in primis), responsabile della mancata capitalizzazione del periodo di boom economico dei primi anni novanta.
L’augurio è che finalmente la sinistra internazionale si svegli, come avvenuto in Francia e Germania, e sappia proporre un modello di sviluppo sostenibile e compatibile con i bisogni di una società matura come quella che ormai vi è nel secolo che viviamo.
Altrimenti si rischia di tornare non al 1992, ma al 1848.