Un paese sull’orlo di una crisi di nervi

 In POLITICA

In attesa di trasformare sessanta milioni di abitanti, inclusi poppanti e centenari, in altrettanti Commissari Tecnici della Nazionale di Calcio, pronti a vivisezionare il lavoro di Cesare Prandelli dal prossimo mese, di scoprire milioni e milioni di esperti di atletica leggera, tiro al piattello, pentathlon moderno, kayak, canoa, canottaggio, ginnastica artistica e ginnastica ritmica, judo e taekwondo, e infine di trovare sessanta milioni di esperti velisti che discuteranno al bar di America’s Cup durante l’aperitivo serale (le regate di svolgeranno nella Baia di San Francisco a nove ore di fuso dal Belpaese), è straordinariamente divertente scoprire come siamo circondati da milioni e milioni di economisti e costituzionalisti.

Ieri ascoltavo un uomo suggerire di porre un tetto di centomila euro annui (occhio e croce poco più di 4000 euro mensili netti) per ricevere gratis le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (ho la sensazione che la persona in questione ignorasse che comunque si paga un ticket). Per tutti gli altri la sanità dovrebbe essere privata, un po’ come accade negli US of America (sempre presi a modello quando conviene tirare l’acqua al proprio mulino, mai per altre cose tipo libertà di stampa, conflitto di interessi, libertà di impresa, evasione fiscale, ecc. ecc.).

Ebbene ho trovato in rete un nuovo giochino, basato sui dati dei contribuenti del 2007, e che quindi forse dopo cinque anni può ancora essere indicativo. Provate a mettere questa fatidica cifra, 100000 euro, e troverete che solo lo 0,93% dei contribuenti dichiarava di più. Se inseriamo 200000 euro, cioè circa la soglia che nei famosi States il presidente uscente (e speriamo in via di riconferma) Obama vorrebbe che sia tassata maggiormente, eliminando gli scandalosi sgravi fiscali imposti dai repubblicani negli otto anni di Giorgino Bush, il numero di contribuenti sopra i 200000 scende allo 0,18%.

Sono certo che la persona che teorizzava questo cambiamento del diritto all’assistenza sanitaria (perché di questo si tratta, di una cambiamento della qualità della vita della gente, spostando l’onere di mantenere una buona salute ai cittadini dalla collettività – il famoso Stato – ai singoli) non ha mai fatto queste prove, ma si basa – come qualunque uomo della strada e purtroppo come alcuni personaggi della politica ahinoi nazionale – meramente sulla propria esperienza personale, magari di privilegiato che ha un’assicurazione sanitaria privata integrativa, una salute di ferro o magari una rete di amicizie in campo medico che gli consentono di ottenere forti sconti sulle prestazioni diagnostiche, forse anche evitando quel triste pezzettino di carta chiamato ricevuta fiscale o fattura!

Nel nugolo di costituzionalisti improvvisati abbiamo legioni di indignati per il fatto che il supertecnico Bondi non abbia competenze per ridurre la spesa degli Organi Costituzionali, puntualmente foraggiati dai giornalai di destra, senza naturalmente spiegare che è una garanzia per tutti che tali Organi siano indipendenti dal Potere Esecutivo (questo è il Governo nelle sue articolazioni, a prescindere da chi vi sieda pro-tempore, se tecnico, politico, antipolitico, chansonnier).

Poi abbiamo i sindaci, massimi esperti sia di Economia sia di Costituzione: tutti incazzati – cinque mesi dopo – per l’IMU: naturalmente nello schierarsi a fianco dei cittadini – specialmente quelli che hanno solo una casa – si dimenticano di raccontare che quasi tutti hanno esercitato la facoltà di alzare le addizionali comunali IRPEF che – guarda caso – colpiscono in maniera certa i lavoratori dipendenti, mentre lasciano del tutto indifferenti i famosi nullatenenti di cui qualche capoverso sopra.

Nel frattempo dopo nemmeno un mese dalla morte di Morosini il campionato di calcio di Serie A ha raggiunto abissi di credibilità sempre più bassi (cos’altro deve accadere dopo che un allenatore corca di legnate un calciatore e dopo che cosiddetti tifosi si fanno restituire la maglia dai calciatori della loro squadra o convocano il capitano sotto la curva?). Continua inoltre la mattanza degli imprenditori e addirittura siamo quasi alla strage come avvenuto ieri a Bergamo in una sede dell’Agenzia delle Entrate, mentre le vedove degli imprenditori suicidatisi fanno addirittura una marcia.

Si scopre che i tesorieri dei partiti erano dei veri e propri geni del crimine, degli Arsenio Lupin incravattati, come quel tal Lusi della Margherita che si è intascato i regali di nozze da devolvere ai terremotati aquilani e si è pagato il pranzo delle seconde nozze (è singolare come i sostenitori della famiglia e del matrimonio tradizionale poi di famiglie se ne facciano sempre più di una e si sposino più volte … sarà che proprio gli piace il giorno del matrimonio, il ricevimento, i regali …).

L’altro tesoriere famoso, Belsito della Lega Nord, quello che sembra uscito da un film parodia di Mel Brooks, custodiva nella sua mitica cartellina The Family il diploma della laurea albanese che Renzo Bossi, detto il Trota, ottenne da una prestigiosissima università albanese, dal nome più di un night-club che di un’istituto di cultura (Kristal).

Per non farci mancare nulla, il vecchio chansonnier che allietava le nostre giornate fino a novembre scorso torna in piazza per un comizietto a Monza e torna a tirare in ballo persino i comunisti e il pericolo rosso. Naturalmente nessuno ha fatto notare che proprio lunedì, in pieno svolgimento della tornata amministrativa e proprio il giorno dopo le elezioni presidenziali francesi che potrebbero cambiare il corso della storia europea, lo statista mancato, l’uomo che ha preferito il bunga-bunga con una escort al noioso spoglio elettorale che ha portato alla vittoria Barack Obama e che nel frattempo elargiva alla signora in questione suggerimenti di autoerotismo, volerà non in Francia – dove nessuno dei due candidati lo riconosce come possibile alleato – ma in Russia all’inaugurazione del terzo mandato presidenziale del suo amico Vladimiro, ex capo del KGB. Nel frattempo continuano a venire fuori su internet gli audio delle intercettazioni delle Olgettine e dello chansonnier stesso e ne viene fuori la figura di un vecchio incapace di intendere e di volere, che con i soldi pensava anche si stesse comprando anche l’amore e la riconoscenza di queste quattro ragazzine che facevano il mestiere più antico del mondo, sessualmente o no poco importa, vendendo ore e notti di piacere, più o meno fisico, a questo vecchietto di oltre settanta anni e che poi tra loro si confidano che si erano rotte il ca…o!

Inoltre la rete, questa magnifica invenzione nata in teoria per farci accedere a tutta la conoscenza ma che sta anche diventando una sorta di luogo virtuale dove sfogare tutte le nostre frustrazioni (sì lo so sto scrivendo su un blog, mica su un giornale, e quindi sono in pieno conflitto di interessi!), dà il meglio di sé con le reazioni alla presunta scomparsa del Divo Giulio: faccio presente che sui  social network si sono dileggiati quei cafoni degli americani perché scesero in piazza a festeggiare la morte di Osama Bin Laden, qualche minuto dopo l’annuncio della Casa Bianca.

Giustamente si fece notare allora che la morte di un uomo comunque non va festeggiata, anche se questo fosse l’organizzatore dell’attentato delle Torri Gemelle (naturalmente i complottisti continueranno a pensare che gli USA se lo fecero da soli, ma ognuno ha le proprie paranoie!). Ma anche qui evidentemente vale la famosa legge del NIMBY, Not in My BackYard, per cui se i festeggiamenti riguardano gli americani questi sono dei cafoni, arroganti, imperialisti; se riguardano noi italiani, festeggiare la ipotetica scomparsa di un uomo politico che è stato una figura centrale e controversa per oltre cinquanta anni (e che per inciso è stato votato ed eletto in Parlamento fino alla sua nomina – probabilmente provocatoria – a Senatore a Vita da parte di Francesco Cossiga) diventa assolutamente normale e forse anche un atto dovuto da parte del popolo sovrano.

Infine la Capitale continua ad essere terreno di sparatorie e morti ammazzati: ieri l’ultimo al Prenestino. Personalmente ho perso il conto, ma credo che se ne accade uno ogni due/tre giorni non mi stia sbagliando di molto e forse i produttori della CBS americana faranno fra un po’ l’ennesimo spin-off di CSI chiamandolo CSI: URBE. Chissà che almeno non si potrebbero creare nuovi posti di lavoro!

Se non fossi testimone diretto di tutto quello che sta accadendo in Italia, penserei seriamente di stare un un set a Hollywood.

Recommended Posts
CONTATTAMI

Per qualunque informazione scrivimi e ti risponderò al più presto possibile.

Not readable? Change text. captcha txt
0
VINCENZOPISTORIO.COM