Ancora sui disordini professionali

 In MEDIA

Ne avevo parlato qualche giorno fa su questo post. Poi ho letto questa notizia oggi sul sito del Fatto Quotidiano e veramente sale lo sconforto!

Vediamo di capire come ragiona l’Ordine dei Giornalisti del Friuli, così tanto per fare un esempio.

Se il titolare di questa bancarella si trova a dare notizie con una certa periodicità allora quella si configurerebbe come attività giornalistica e quindi non potrebbe essere esercitata, poiché non ha un tesserino …

L’accusa mossa all’Amministratore Delegato della web TV denunciata sarebbe di  fornire “gratuitamente notizie destinate a formare oggetto di comunicazione interpersonale specie riguardo ad avvenimenti di attualità, politica e spettacolo”.

Cioè quello che milioni e milioni di blogger, social network, forum e via dicendo fanno (facciamo) ogni giorno!

Evidentemente l’OdG friulano è ancora fermo all’originale Albo professionale dei giornalisti, che venne alla luce nel 1925 da un’idea di quel grande democratico (si fa per dire) statista (sia Berlusconi che Fini, anche se quest’ultimo ultimamente sembra ne abbia preso un po’ le distanze, lo definirono così) che fu Benito Mussolini: ovviamente il Duce ebbe l’intuizione che controllare la libera stampa sarebbe stato funzionale alla sua visione autoritaria dello stato che poi fu declinata nel ventennio fascista.

Ora vi immaginate – ipotetici lettori di questo blog e quindi come tali potenziali complici di un reato! – se tutti i venti ordini professionali dei giornalisti – denunciassero tutti i blogger come si intaserebbero le già affollatissime aule giudiziarie?

Comunque Guido Scorza, sul suo blog, pone un interessante quesito: “Stiamo tutti esercitando abusivamente l’attività di giornalisti? Sarebbe bene saperlo perché l’art. 348 del codice penale – quello utilizzato per trascinare l’amministratore di Pnbox davanti ai giudici – punisce con sei mesi di galera l’esercizio abusivo di una professione”.

Ora io non credo che la Procura di Pordenone chiederà il rinvio a giudizio nei confronti del manager friulano (Scorza a mio avviso sbaglia quando parla di attacco alla libertà di informazione da parte della Procura poiché l’ufficio inquirente ha l’obbligo – a Costituzione vigente – di avviare l’azione penale di fronte ad un esposto e nel caso questo non sia basato su estremi per la contestazione del reato provvedere all’archiviazione) non fosse altro per il fatto che verrebbero trascinati in tribunale quanto meno venti milioni di cittadini maggiorenni che hanno un profilo su Facebook e che danno – con una certa periodicità – notizie!

Ancora una volta credo che la liberalizzazione delle professioni intellettuali sia una norma di civiltà nel 2012. Facciamo che sia il mercato (del quale spesso si parla a sproposito) a stabilire se una persona può scrivere o meno su un giornale, condurre un giornale radio-televisivo, dirigere una testata.

Il tesserino lasciamolo per l’ingresso in palestra: sarebbe semplicemente più logico.

 

p.s. a scanso di equivoci chiarisco che la mia posizione riguarda praticamente tutti gli Ordini professionali. Da parte mia non sono più iscritto ad alcun ordine, non esercitando libera professione. E sebbene capisca la necessità di un Albo di Medici, Dentisti, Psicologi e Veterinari – che tutelano la salute fisica e mentale di cittadini e amici animali – non riesco proprio a comprendere a che diavolo possano mai servire gli Ordini di Giornalisti, Ingegneri, Architetti, Avvocati, Geometri, Commercialisti e chissà che non esista anche l’Ordine dei Barbieri, dei Panettieri, dei Fruttivendoli, dei Pescatori, …

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