Se la mela avanza nelle aziende
Spesso mi trovo a discutere con alcuni amici a cosa possano servire i tablet (e l’iPad in particolare) nel mercato business: quando Steve Jobs presentò la sua nuova creatura, inventando di fatto un mercato, pochi pensavano che quella tavoletta avrebbe rivoluzionato il mercato dell’informatica. Le obiezioni che sorsero furono relative al fatto che non era un PC, non era un telefono ma era qualcos’altro. Moltissimi lo vedevano come oggettino di culto ma solo per i consumatori e pochi, pochissimi, stavano comprendendo le potenzialità di uno strumento come quello lì.
Sono passati due anni e leggo su Bloomberg questo articolo: a Cupertino del mercato enterprise non gliene è mai fregato molto, quando si parlava di Mac. Basta riascoltarsi su youtube l’intervista a Steve Jobs di Walt Mossberg nel 2010 per capire come lo scomparso CEO di Apple non amava molto penetrare il mercato delle aziende, quanto piuttosto consumerizing questo mercato.
Adesso è evidente invece che le cose stanno cambiando: d’altronde quando si vendono milioni di dispositivi sui quali funziona iOS, ci sono le App e questa cosa ha trascinato tutti gli altri a confrontarsi (e a volte a copiarsi) diventa normale che anche nelle aziende si vogliano certi prodotti. Se Microsoft dovesse rilasciare una versione Office per iOS (cosa della quale si vocifera sempre più spesso) assisteremo nei prossimi anni alla vera fine del PC, che rimarrà indispensabile per alcuni (pochi, me compreso come fotografo) e sarà sostituito da tavolette sempre più evolute, veloci ma – paradossalmente – molto meno aperte di quanto sia adesso il web.
Si è arrivati dopo l’esplosione di internet e dopo l’atomizzazione delle informazioni alla necesssità di avere delle applicazioni che facciano una scrematura di ciò che ci serve.
In tutto questo la lezione che possiamo trarre da Apple è la solita: se si investe in innovazione e si fa i pionieri in certi campi allora il vantaggio che ne trai è enorme. Sei sempre davanti agli altri, fai il capofila e quindi godi di vantaggi indiscussi, facendo tantissimi soldi: perché a prescindere dalle retoriche sul software libero, la rete gratis ed altre sciocchezze simili tutte queste aziende sono società a scopo di lucro, non organizzazioni benefiche.
p.s. mi fanno sorridere moltissimo quei blogger (uno su tutti gettonatissimo in Italia) che continua a diffondere la menzogna della rete gratuita. In questo mondo gratis non c’è nulla e anche se avessimo libero accesso alla rete, senza pagare nulla ai provider, in realtà ci sarebbe sicuramente chi questa rete l’ha costruita. E se la si fa con i soldi pubblici, come molti sostengono e propongono, non significa che è gratis, ma che la paghiamo tutti come contribuenti, anche per chi le tasse non le paga.