Ma quali sono le idee di Grillo?

 In POLITICA

Ieri pomeriggio, mentre mi trovavo sul bus che mi riportava a casa ho letto un tweet di Beppe Grillo che rimandava al suo pensiero in tema di liberalizzazione delle nascite:

La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio, un senso lo ha. Distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall’altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della “liberalizzazione” delle nascite.

Gli ho scritto che era una cazzata e che non capivo allora perché negli Stati Uniti, a prescindere da quanto i propri genitori possano disporre, un bimbo nato sul suolo a stelle e strisce è americano e può diventare Presidente degli Stati Uniti (a tal proposito Barack Obama è per metà figlio di immigrati. Il padre era infatti keniota). E poi cosa vuol dire “anche se i genitori non ne dispongano“? Nascere e diventare cittadini è forse un atto di fede, come una sorta di battesimo laico?

Il fenomeno politico e mediatico di Beppe Grillo è veramente impressionante: è figlio sia di un fisiologico mal di pancia che in ogni paese occidentale è normale ci sia ma anche derivato dall’assenza (o dall’incompetenza) di una seria classe politica e dirigente in grado di dare serie risposte al Paese.

Il comico genovese è diventato quindi una sorta di paladino dei consumatori e di fustigatore della casta dei politici, senza però fornire una vera alternativa programmatica. A me il fenomeno Beppe Grillo (non lui come persona né tanto meno le idee) assomiglia molto a Ralph Nader, il paladino dei consumatori americani che intercettando il malcontento statunitense del 2000 contribuì, insieme alla debacle di Al Gore, nel proprio Stato, il Tennessee,  all’ascesa  e quindi agli otto anni di Presidenza di George W. Bush.

Il Movimento 5 stelle, cosiddetto dei grillini, è dato – dai sondaggisti – intorno al 7%, quindi realmente in grado di condizionare la politica nazionale, dopo aver condizionato fortemente alcune elezioni regionali (si pensi alla vittoria di Cota in Piemonte) e rischiato di vanificare a Milano la primavera di Giuliano Pisapia.

Ma questo 7% su scala nazionale a cosa dovrebbe servire? Qual è il programma elettorale di Beppe Grillo e dei suoi grillini in tema di economia, finanza, energia, welfare, rete, costituzione, istituzioni, istruzione, etc.?

Quale Italia sognano (perché la politica deve essere anche la narrazione di un sogno altrimenti sarebbe inutile)? Con che ruolo nel contesto internazionale? E pensano al nostro Paese in Europa oppure da solo in mezzo al Mediterraneo?

Insomma manca veramente poco alla campagna elettorale e prima che questo movimento rubi la speranza al 7% degli italiani sarebbe meglio che ci dica – oltre alla posizione sulla cittadinanza – come cambierebbero l’Italia se gli elettori dessero a Grillo la maggioranza.

Recommended Posts
CONTATTAMI

Per qualunque informazione scrivimi e ti risponderò al più presto possibile.

Not readable? Change text. captcha txt
0
VINCENZOPISTORIO.COM