Pausa di Ringraziamento
Dopo tre settimane ad altissima tensione e dopo i dieci giorni che hanno cambiato il volto politico-istituzionale del nostro Paese, questo blog si prende una bella pausa di riflessione. Giovedì prossimo negli Stati Uniti si festeggia il Giorno del Ringraziamento: per me questa festa americana è il ricordo di un’infanzia, un’adolescenza e una gioventù trascorse gomito a gomito con amici italo-americani carissimi, che proprio per questa ricorrenza, così atipica per noi italiani, organizzavano una bellissima cena per stare insieme ai loro connazionali in Sicilia.
A me piace molto la Festa del Ringraziamento: partorita da quel frullato di culture del XVII secolo, tra gli europei e i nativi americani, è una festa buona per chiunque. Cattolici e Protestanti, Testimoni di Geova e Mormoni, Musulmani, Induisti, Buddisti, Ebrei, Scintoisti e chiunque abbia un credo religioso. Ma è anche una festa celebrata da agnostici, non credenti, atei, laici, pagani, panteisti e da chiunque non abbia proprio nessun soprannaturale da ringraziare, ma sente il bisogno di ringraziare. Dal raccolto dei Padri Pellegrini alla salute, alla famiglia, alla persona amata, al lavoro, al benessere, chiunque ha motivo di ringraziare per qualcosa e rivolgere possibilmente un pensiero a chi non ha la possibilità di sedersi alla tavola di qualcuno e condividere quel Ringraziamento.
E sebbene in Italia non siamo ancora un’insalatiera di uomini, secondo la felice definizione che diede dell’America il 39° Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, potremmo anche prenderci il tempo e ringraziare di quello che abbiamo, senza la smania consumistica del Natale, della Pasqua, della Festa di Halloween e dei Morti, della Mamma, del Papà e di tutte quelle occasioni in cui si celebra accompagnando sempre qualche regalino o qualche gadget.
Certo negli Stati Uniti venerdì sarà il Black Friday che dà il via allo shopping natalizio, ma almeno il giorno prima si trovi il tempo di fermarsi e riflettere su quello che si ha e su chi invece semplicemente non ha.
Nel corso del dibattito in Parlamento per la fiducia al nuovo Governo si è ascoltato il nuovo Premier e il nuovo superministro Passera parlare di crescita e di sostenibilità. Appena accennata la mitica “produttività“: sono contento di questo perché sembra stia facendo breccia che non è il tempo del consumo fine a se stesso bensì possa essere il tempo dei consumi sostenibili e forse anche noi tutti, consumatori ma prima di ogni cosa cittadini, abbiamo il dovere di accompagnare questo cambio di paradigma. Per troppo tempo abbiamo sentito che bisognava aumentare la produzione di beni per consumare di più e quindi far girare l’economia.
Ci siamo resi conto – mano a mano – che forse consumavamo male.
Nel suo ultimo libro Federico Rampini parla proprio di questo concetto, di un nuovo tipo di crescita che non sia fatta soltanto di PIL. O meglio che non sia basata soltanto sulla quantità di PIL bensì sulla qualità stessa del Prodotto Interno Lordo. Certo sono sfide difficili e probabilmente impegneranno le generazioni successive alla nostra e non sicuramente solo un governo tecnico, che ben che vada andrà a scadenza nel gennaio del 2013. Si tratta di cambiamenti culturali che in primis ciascuno di noi dovrà porre in essere.
Questo Blog si prende una settimana di riflessione anche perché la bulimia di informazioni non è mai un bene e fermarsi un attimo, alzare lo sguardo per provare ad immaginare al di là dell’ultimo orizzonte ti consente di capire se, per cosa e a chi puoi rivolgere il tuo Ringraziamento.
È l’augurio che rivolgo a chiunque, dai miei amici stelle e strisce, ormai quasi tutti oltreoceano, a chiunque passi – per volontà o per casualità – su queste pagine: sebbene i giorni che viviamo siano come la siepe sul monte Tabor la nostra forza e la nostra capacità di immaginazione ci consentano di andare oltre e naufragar nel mare dell’infinito, sperando di trovare comunque qualcosa o qualcuno per rivolgere un pensiero di gratitudine.
Happy Thanksgiving Day!