Il cielo di Londra
Due anni fa ho trascorso una bellissima domenica di ottobre a passeggio lungo il Tamigi, dal Tower Bridge al Lambeth Bridge, ammirando quanto fosse bella la capitale britannica con il sole, in barba agli stereotipi comuni per i quali il cielo londinese è sempre grigio e piove sempre.
Prima di raggiungere la mia meta e gustarmi i palazzi di Westminster affacciarsi sulle acque del Tamigi passai vicino al Ponte dei Frati Neri. Ricordo che il Blackfriars Bridge era in restauro. Oggi leggo che il ponte, custode di uno dei misteri italiani dove fu trovato penzolante il corpo di Roberto Calvi, sarà interamente ricoperto di pannelli fotovoltaici, facendo di esso il più grande impianto di energia solare della Gran Bretagna, in un quadro di restyling della stazione adiacente, con obiettivi sempre più ambiziosi in termini di riduzione dell’inquinamento e produzione di energia a impatto nullo.
Ora dato che non credo che abbiano spostato Londra in zone climatiche più assolate, o che il Ponte dei Frati Neri sia sotto un raggio particolarmente cocente della nostra stella, non è che forse anche nelle nostre città si potrebbe pensare di operare con più intelligenza ed efficacia nella gestione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili?