Incipit vita nova
Fra qualche minuto mia figlia, quasi tre anni, varcherà per la prima volta i cancelli della sua scuola: ha frequentato già due asili nido, durante la nostra permanenza in Sicilia, e un bel mese di centro estivo lo scorso luglio. Ma la scuola dell’infanzia è ovviamente un’altra cosa. Una volta si chiamava asilo, poi divenne scuola materna, con quell’aggettivo “materna” che forse stava a significare una seconda figura di riferimento, dopo il distacco dalla mamma. Adesso si chiama “scuola dell’infanzia” e a meno di eventi straordinari uscirà da quel plesso scolastico a 10 anni, alla fine della scuola primaria.
Comincia per Elisa oggi un percorso scolastico e formativo che durerà per i prossimi venti anni. Vedo nei suoi occhi, e in quelli dei bambini e dei ragazzi che incontro la mattina in autobus, la luce del futuro, la straordinaria inconsapevolezza dell’età che fa affrontar loro con entusiasmo questa esperienza di vita. Sono ignari di quante e quali preoccupazioni noi genitori si abbia in questo momento: dall’ambiente scolastico nel quale i nostri figli cresceranno al sacco continuo della scuola pubblica che è stato perpetrato negli ultimi dieci anni (e lo è tuttora, rendendo chi dirige scolasticamente ed amministrativamente le nostre scuole, dei moderni eroi epici).
Auguro alla mia principessa non soltanto di trovarsi bene: le auguro anche che nei prossimi venti anni la scuola e l’università sappia rinnovarsi e modernizzarsi, combattendo contro chi vuol ridurre la scuola pubblica a mero capitolo di spesa pubblica, ignorando colpevolmente che si tratti del più grande investimento, quello in capitale umano, che una moderna società possa compiere.
In bocca al lupo, piccola mia!