Se fossimo a Palermo o a New York …
Leggevo stamattina in autobus stralci delle intercettazioni telefoniche relativamente all’inchiesta che ha portato all’arresto l’imprenditore pugliese Tarantini, sua moglie e l’affarista/giornalista Lavitola.
Surreale quella in cui viene intercettato il Presidente del Consiglio: ovviamente immagino che si leveranno urla e strepiti da parte della maggioranza! “In quale paese si intercetta il Capo del Governo“, sbraiterà la Santanchè, senza naturalmente porsi minimamente la domanda (e di conseguenza girare la stessa all’opinione pubblica!) del perché il Primo Ministro adoperi un’utenza intestata ad uno sconosciuto peruviano anziché una regolare utenza telefonica riservata a lui come figura istituzionale o al più come privato cittadino.
L’intreccio di inchieste tra ricatti, estorsioni, P3 e P4 è semplicemente pazzesco: sembra più una trama scritta da Mario Puzo e Francis Ford Coppola come ideale proseguimento della saga del Padrino, con la figura dell’utilizzatore finale centro e crocevia di affari e malefatte, ricatti e vendette, donne e affari: un moderno Don Michael Corleone, senza il magnetismo di Al Pacino!
Insomma se fossimo a Palermo o a New York non ci sarebbero dubbi su come si definiscano queste associazioni a delinquere: forse dato che non siamo nella mia isola o nella Grande Mela potremmo chiamarla “Cosa Loro“.
p.s. Piccolo aggiornamento grazie a questo blog:
La conversazione in esame si rivela particolarmente rilevante anche per il profilo dell’utenza utilizzata dal Berlusconi per chiamare il Lavitola, trattandosi di un utenza con scheda WIND intestata al peruviano CERON Caceres, un connazionale di Rafael Chavez (collaboratore di Lavitola) e da quest’ultimo, su indicazione del Lavitola, consegnata in data 5/7/2011 a Palazzo Grazioli assieme ad altri telefoni (cfr. integrazione DIGOS del 22.7.2011).
Si noti la data: 5 luglio 2011, in piena tempesta economica.