Unità o Pravda?
Riprendo un post di Alessandro Gilioli, su piovonorane.it, per commentare il crollo di credibilità di un giornale (basta scaricare il pdf) storico che durante la direzione di Concita De Gregorio ero tornato a leggere con piacere, acquistandolo ogni tanto in edicola per il mero piacere di sfogliare un’edizione di carta anziché di bit.
Dopo oggi – però – aggiungerò lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci al novero di giornali che non comprerò più: per la semplice ragione che essi non sono credibili né autorevoli, non raccontano i fatti in modo obiettivo e non li commentano senza pregiudizi ideologici.
L’Unità è tornato un giornale da prima guerra fredda, quello dei tempi dei fatti di Ungheria: di fronte allo scandalo in cui si trova coinvolto un autorevole esponente del Partito Democratico, che è di fatto editore del giornale medesimo insieme a Renato Soru, insabbia la notizia in fondo al giornale, nella speranza che i già pochi lettori aficionados non se ne accorgano e siano troppo stanchi per leggerla.
Se un GIP avesse scritto le stesse cose su Roberto Formigoni (rivale di Penati alle ultime regionali lombarde) o su Silvio Berlusconi, cioè corrotto e delinquente, e avesse riportato le stesse intercettazioni (in quelle dell’esponente PD si evince la sua preoccupazione di essere pizzicato dai magistrati) sono certo che l’Unità avrebbe fatto i titoloni sulla questione morale, magari appropriandosi delle famose parole di Enrico Berlinguer sulla storica intervista a Eugenio Scalfari sulla questione morale.
È molto triste vedere come un giornale che dovrebbe essere uno stimolo per la propria parte politica diventi una specie di burqa che per coprire le nefandezze di un singolo mina tutta la credibilità e quindi la diversità di un progetto politico. Ed è ancor più avvilente constatare che l’avvicendamento alla direzione, voluto fortemente dalla classe dirigente del PD (sembra subito da Soru), abbia avuto l’effetto di riportare un quotidiano del XXI secolo indietro di 60 anni!
Non riesco a comprendere come un imprenditore come Soru, che ha innovato molto nel campo delle telecomunicazioni, non si renda conto che una perdita di credibilità di un giornale è molto grave, perché diminuiranno gli acquirenti in edicola e su tablet. Diminuiranno anche le visite sul sito perché ci sarà sempre il dubbio che quello che vedi sia una sorta di fotomontaggio, un specie di photoshop applicato alle news. Quindi il fatturato. Vuol fare un quotidiano con il solo finanziamento pubblico per l’editoria? Un po’ bassa come ambizione!
Fatico infine a credere che un segretario come Bersani, che si presenta come una persona perbene, possa trarre vantaggio per il suo progetto di futuro governo da tutto questo: di fronte a un quotidiano che si comporta come un Libero o un Giornale qualsiasi, si può poi dar torto a chi dice che tanto non cambierà mai nulla perché “son tutti uguali“?
p.s. la reazione di soddisfazione di Penati, alla sentenza del GIP che rigettava la richiesta di arresto per concussione da parte dei PM brianzoli, è la dimostrazione di come anche a sinistra urga una “pulizia dell’appartamento”: aprire le finestre, per favore, far circolare l’aria!
Che Penati sia soddisfatto di non andare in galera, solo perché il GIP afferma c’è stata corruzione grave ma non concussione e quindi il reato che egli ha commesso sarebbe prescritto, è comprensibile ma non è che può essere motivo di vanto! E siccome Penati è ancora un consigliere regionale del PD sarebbe opportuno che il suo partito – se vuol dimostrare di essere veramente diverso dal partito dell’amore di Berlusconi – lo espella per sempre dai propri organici e gli sbatta una volta per tutte la porta in faccia. Altrimenti si potrebbe benissimo cantare che Penati o Brancher “per me pari sono”.