Numeri e Leoni

 In MEDIA

Giovedì scorso ho letto questo comunicato stampa di Apple, Inc.: 15 miliardi (ripeto miliardi, 15 e 9 zeri!) di download di app, 200 milioni di utenti iDevice, 425 mila app e oltre 100 mila native per iPad.

Nello stesso giorno l’azienda per la quale lavoro mi consegnava il nuovo cellulare aziendale: un Samsung Galaxi S, molto simile al mio iPhone e anche più leggero. Ammetto che il cellulare della Samsung sia un bel terminale, con uno schermo molto luminoso e anche con un buon numero di applicazioni. E anche il Samsung Apps e l’Android Market, equivalenti dell’App Store targati Samsung/Android, sono interessanti.

Per il resto non c’è proprio partita e i numeri che ho citato, a mio parere, giustificano in pieno tale supremazia. Certo io sono un Apple Fan, uso un iMac per le mie attività fotografiche, l’iPhone (e spero presto l’iPad) praticamente per tutto e l’AppleTV per l’intrattenimento domestico: quindi non sono certo obiettivissimo.

Ma ci sono due cose che contraddistinguono – a mio avviso – la filosofia Apple: design e fruibilità. Nel primo caso è certo anche una questione di gusti ma così come per altri settori, che vanno dai notebook/netbook ai tablet (sfido chiunque a sostenere che un Macbook Air sia bello quanto un netbook di qualunque altra marca!), la supremazia di design della casa di Cupertino è enorme.

Sulla fruibilità dei loro prodotti a mio parere non c’è partita: per l’utente comune e medio (che sono il grosso del mercato, ovviamente!) la facilità d’uso di iOS e di OS X, i due sistemi operativi mobile e desktop ideati dall’azienda di Steve Jobs, sono incomparabilmente superiori agli equivalenti Android/Linux e Windows.

Sono trascorsi ormai 4 anni da quando feci il mio investimento informatico acquistando l’iMac 24″ e poco più di un anno da quando mi regalai  il mio iPhone e non saprei proprio come tornare indietro. Ricordo ancora alcune obiezioni che mi muoveva un amico al tempo della mia scelta del Mac: ci sono pochi programmi! Certo forse è vero, ma aggiungerei un aggettivo: costosi! Ci sono poche applicazioni costose!

Da quando sono un Mac user ho sperimentato di come tu spendi molto in termini di hardware, perché i Mac costano un po’ di più dei comuni PC basati su Windows, ma non c’è partita in termini di durata e di vastità di prodotti gratuiti o poco costosi e il tutto perché alla base di OS X c’è Unix, quindi un kernel open source che consente ai supersmanettoni di scrivere programmi senza pagare costose licenze a Microsoft.

Considerando che esiste anche la versione di MS Office per Mac (sebbene qualcuno dovrebbe spiegarmi se ha mai adoperato tutte le funzioni della suite da ufficio di Redmond …. personalmente adopero OpenOffice/LibreOffice e iWorks di Apple che graficamente è eccezionale) non trovo nessun programma indispensabile che giri solo sotto Windows e per il quale dovrei scegliere un PC rispetto a un Mac. Con l’avvento poi del Mac App Store la maggior parte delle applicazioni che ho sul mio Mac si trovano anche sullo store e quindi vengono aggiornate automaticamente, la manutenzione quindi del computer è molto più efficace e veloce e si risparmia quindi quello che è il bene principale dei nostri giorni: il tempo!

Ammetto che in effetti ho un programma che gira solo sotto Windows e che per me è indispensabile. Si tratta di Imatch, un Image dB che acquistai nel 2006 e che è potentissimo perché programmabile, consentendomi quindi il controllo diretto sul codice del mio website. Peccato che si tratta di un applicativo ideato da un programmatore tedesco per diletto e che quindi non avrà mai un suo porting su Mac. Questo mi ha costretto a tenere una macchina virtuale Windows che adopero solo per questa ragione. In effetti mi rendo conto che forse sono molto pigro: avendo studiato questo dB – che è integrato con un ambiente di programmazione in Sax Basic – non ho molta voglia di capire nuovamente come poter intervenire su Aperture, iPhoto, Picasa, prodotti Adobe o altri applicativi per la gestione delle immagini. Quello tedesco a mio avviso è ancora il migliore.

Adesso siamo nella settimana in cui – secondo molti rumors – dovrebbe essere rilasciato OS X Lion, il nuovo OS di Apple che già parte innovativo dalla nascita, dato che sarà acquistabile soltanto attraverso il download da Mac App Store (quindi come se fosse un’applicazione). E anche questa è una rivoluzione per il mondo del software. E il prezzo poi è semplicemente pazzesco: 23,99 euro è una briciola! Già due anni fa quando fu rilasciato Mac OS X Snow Leopard rimasi molto colpito dal prezzo di allora, 29 euro. Ma si trattava sostanzialmente di un aggiornamento di Leopard che venne venduto – nel 2007 – a 129 euro/dollari. Adesso la rivoluzione si completa: non esisterà il DVD e nemmeno un flash disk! Nulla! Certo 4Gb di download necessitano di una buona connessione internet e nel nostro paese l’ADSL non è che sia di grande qualità e anche i negozi Apple non sono tantissimi (sarà possibile infatti recarsi presso un Apple’s Store a scaricare l’aggiornamento).

Francamente non è che mi aspetti moltissimo in più da questo sistema operativo anche perché per le mie attività il Leopardo delle Nevi è ottimo: sono molto curioso di vedere le reazioni di Microsoft con il loro annunciato Windows 8 che sembra sia stato rilasciato in pre-beta. Rilasceranno ancora una volta le solite moltitudini di versioni a prezzi diversi?

O vorranno evitare un’altra presa in giro di Jobs come quella in cui venne presentato Leoapard?

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p.s. Sul sito di Microsoft Windows 7 Ultimate, la versione più completa, è venduto in  download elettronico a 339 euro. Se anche uno si comprasse un pc che costasse molto di meno rispetto a un MacBook/MacBook Pro/MacBook Air poi dovrebbe spendere oltre 300 euro in più per la versione completa del sistema operativo di Bill Gates. Sì lo so che esiste Linux e tutte le sue belle versioni gratuite ma è difficile – fino a quando i pc non verranno venduti nudi e crudi – che qualcuno vada in un negozio di informatica, acquisti un PC con dentro una versione OEM di Windows 7, la disinstalli chiedendo il rimborso della licenza del OS e poi si installi Ubuntu, Mandriva o qualunque altro Linux OS. Potrà accadere per qualche smanettone, ma il mercato lo fanno i consumer, non gli addetti ai lavori! Poi naturalmente immagino anche qualcuno – come la parente di cui parlai su questo post – che mi dirà che basta scaricarsi una copia e aggirare l’attivazione …. certo ecco la soluzione: la pirateria! Preferisco il mio Mac!

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