Il lavoro più duro

 In POLITICA

Negli Stati Uniti d’America la scorsa domenica è stata la Festa del Papà (a differenza dell’Italia che la lega alla figura di San Giuseppe e quindi ad una religione in particolare: negli USA – come sempre – c’è una totale distinzione fra stato e chiesa per non favorire una religione rispetto ad un’altra).

Il presidente Obama ha dedicato il suo discorso settimanale proprio al suo più impegnativo ma anche più gratificante lavoro: essere papà.

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Ora immagino che in campagna elettorale per le presidenziali tutto fa brodo però dopo aver letto i due libri di Obama, aver seguito primarie e presidenziali nel 2008, credo che il presidente americano sia veramente sincero e ci creda veramente in quello che dice.

Ma soprattutto quello che mi piace di un certo tipo di visione politica è quello che senti su di te la responsabilità di dare l’esempio, di essere di esempio alla popolazione. E così sebbene le figlie vivano un’esperienza unica il presidente americano ci tiene a specificare che i loro genitori non mancano di assicurarsi che abbiano fatto i compiti o portato a spasso il cane. Doveri e responsabilità!

Naturalmente anche quell’esempio fa parte di una proposta politica che si concretizza in un programma specifico per i padri. Ma è quanto meno incoraggiante ascoltare le parole di un politico e pensare che possano sembrare le tue! Sentire delle cose all’apparenza banali tipo “la prima cosa che i bambini hanno bisogno è il nostro tempo” ma che possono avere un grande effetto mediatico per risvegliare coscienze dal torpore del workaholism, la droga del lavoro H24 che tanti danni a molte famiglie continua a creare.

Perché è anche grazie a parole come queste, pronunciate da un uomo molto potente e molto autorevole, che la massa può trarre forza per battersi affinché i nostri figli abbiano il nostro tempo, le nostre attenzioni ed il nostro “unconditional love“.

p.s. Sul sito della Casa Bianca è presente anche la trascrizione del messaggio presidenziale.

Confesso che da quando ho deciso di non occuparmi per i mesi estivi della nostra politica nazionale e ho rivolto il mio occhietto telematico all’osservazione di quello che accade oltralpe e oltreoceano la situazione del mio colon e del mio fegato è migliorata. Sto pensando di seguire maggiormente la campagna presidenziale americana del 2012 anziché sforzarmi di capire se Scilipoti o Pionati ci portino ad una campagna elettorale nazionale. Quanto meno il distacco emotivo e il minor coinvolgimento fa rimanere di dimensioni umane il fegato e irrita il meno possibile il colon. 

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