Ammuina

 In POLITICA

Tutto sommato la proposta leghista di spostare i ministeri da Roma è interessante, almeno da un punto di vista storico.

È il trionfo dell’arte della confusione simboleggiata dal “Facite Ammuina” del Regno delle Due Sicilie (un falso storico ma ben rappresentativo dell’arte meridionale di distrarre l’attenzione dalle cose importanti e talvolta scomode).

Ne avevo già parlato qualche tempo fa su questo post e gli ultimi giorni di campagna elettorale per le Amministrative ci stanno dimostrando come anche i leghisti, nel profondo e produttivo nord, ormai non hanno più i loro storici argomenti politici e polemici e stanno ripiegando sul classico “spararla più grossa“, magari solo per limitare i danni.

Oggi è lunedì e mancano ancora sette giorni alla fine di questo massacro mediatico al quale il nostro Stivale è stato esposto (sì lo so, la campagna elettorale termina ufficialmente venerdì notte ma tanto si parlerà di elezioni fino a lunedì 30 alle 14.59, quando si chiuderanno i seggi!).

Allora vediamo di riepilogare (fonte Ansa):

  1. Ministero dell’Interno – Palermo
  2. Ministero del Turismo – Venezia
  3. Ministero dell’Economia e delle Finanze – Milano
  4. Ministero dello Sviluppo Economico – Torino
  5. Ministero dell’Università – Bologna
  6. Ministero dell’Ambiente – Napoli
  7. Ministero della Salute – Reggio Calabria
A questi si potrebbero aggiungere:
  • Ministero degli Esteri (stagione invernale) – Cortina d’Ampezzo
  • Ministero degli Esteri (stagione estiva) – Porto Rotondo
Ciò garantirebbe al maestro di sci dei figli di Berlusconi, temporaneamente prestato alla Farnesina, di poter lavorare in un ambiente a lui più consono e comodo.
Sposterei anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Messina, così il ministro Matteoli potrà seguire più da vicino la costruzione del Ponte sullo Stretto.
Infine sarebbe interessante – per attuare il falso Regio Decreto borbonico – rendere itinerante la Presidenza del Consiglio, una specie di Cirque de Palazzo Chigi , così da garantire al Premier quel costante contatto con i telespettatori, con orde di cameramen e di giornalisti al seguito pronti a raccogliere, genuflessi, il suo Verbo!
Si otterrebbe sicuramente un po’ di movimento in questo fermo e stanco paese che da quasi venti anni non fa altro che un grande girotondo attorno al suo clown.
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