Un intenso weekend
Dopo un lungo weekend trascorso davanti alla TV per festeggiare due giovani ricchi, belli e famosi convolare a giuste nozze e per ricordare la figura di un “gigante” della storia, il papa polacco, neo Beato della Chiesa Cattolica, ecco che improvvisamente, alla stessa storia dell’umanità, viene impressa un’accelerazione attesa da quel tragico 11 settembre 2001 che sconvolse il mondo.
Stamattina avevo pensato ad un altro post per commentare sia il weekend appena trascorso che gli ultimi due post dal blog del Prof. Odifreddi su repubblica.it, nei quali il famoso matematico diceva la sua sui due eventi mediatici (ed altro ancora).
Poi la lettura delle nuove notizie sul blitz americano, che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden, ha inevitabilmente cambiato la scaletta, con quelle immagini forti dei festeggiamenti davanti la Casa Bianca.
E sono improvvisamente muto.
Rimango senza parole perché al di là del successo militare, ottenuto dai US Navy Seals e del quale ovviamente si è soddisfatti, non si può non restare perplessi di fronte ai festeggiamenti per la morte di un uomo. È chiaro che si tratta di una reazione emotiva abbastanza scontata di fronte ad un individuo che negli ultimi vent’anni ha dichiarato guerra agli USA e a tutto il mondo occidentale. A me sembra tuttavia che il festeggiare la morte di qualcuno sia sempre una sconfitta per l’essere umano e non posso che essere d’accordo con quanto dichiarato alla stampa dal Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. È purtroppo il frutto di un clima di odio sul quale il terrorista saudita ha soffiato per anni e anni e che ha contaminato anche il nostro emisfero di valori, quel mondo occidentale che Osama ha voluto combattere nella vita. Era sicuramente impossibile prenderlo vivo e assicurargli un processo: troppo difficile da gestire, con il rischio che Osama si trasformasse in un’icona per gli stessi terroristi (come osserva giustamente Federico Rampini sul suo blog). Per fortuna Barack Obama ha puntualizzato che non si è in guerra contro l’Islam ma il clima di festa nelle strade americane non aiuta il processo di pacificazione che il presidente americano descrisse nel suo famoso discorso a Il Cairo. Quello che ci si può augurare è che da questo evento, tanto aspettato dopo i quattro aerei usati come missili, si possa ricominciare a costruire un modo nuovo di convivere con chi non la pensa come noi.
E partendo da questo che non capisco proprio perché sia così difficile rispettare il credo e i sentimenti degli altri. Negli ultimi due post del prof. Odifreddi ho letto scherno e disprezzo per chi fosse così distante da lui o meglio da quella che lui crede sia la retta via.
Ancora una volta ho l’impressione che un certo laicismo/ateismo sia più “fondamentalismo” di quello islamico o di quello cristiano dei movimenti dei Neo/Teo-Con.
Leggere le parole di Odifreddi mi ha fatto arrabbiare: partiamo dai motivi più futili. William e Kate si sono sposati, il loro matrimonio è stato seguito in tutto il mondo da una marea di telespettatori e di web-spettatori. Ora, direi io al professore, non è che tutta questa gente (uno o due miliardi poco importa) siano dei deficienti soltanto perché hanno deciso di staccare la spina per quattro ore e far svagare la mente, sognare un matrimonio da favola per sé o per i propri figli, festeggiare insieme a due ragazzi, i due giovani parassiti, come li ha definiti il matematico. Ma che senso ha poi utilizzare espressioni come “parassiti” o “sorriso da gatta morta che il principino ha ereditato da sua madre“? Mi chiedo perché certi intellettuali, grandi geni nel loro campo e non solo, pensino sempre di trattare con supponenza, superbia e disprezzo chi invece magari non ha il loro stesso quoziente intellettivo o forse anche la stessa fortuna. Odifreddi mi ha ricordato Umberto Eco che, nella manifestazione milanese di contrasto a Silvio Berlusconi e alle sue abitudini del Bunga Bunga, ha ricordato che anche lui dorme poco la notte come il Premier ma … per leggere Kant!
Ah ecco!
Allora sì che la sinistra è in sintonia con la gente, che è proprio in mezzo al popolo, vero? Che sa parlare a tutti, eh?
Una volta Nanni Moretti, a piazza Navona, urlò contro Fassino, Rutelli e D’Alema che con quella classe dirigente lì la sinistra non avrebbe mai vinto. E aveva ragione.
Direi oggi a Nanni: “ma non è che con questa classe intellettuale qui si vada molto lontano“! Quello che alcuni scrittori, intellettuali e politici, che si professano di sinistra, fanno fatica e ancora non comprendono è che contrastare le idee di Berlusconi non significa prendere quello che dice e dire (o fare) l’esatto contrario, perché si rischia di dire (o fare) delle cavolate estreme, proprio come quelle che il Cavaliere continua ad affermare.
Al professor Odifreddi chiederei ad esempio quale sia stato il fastidio che gli ha recato l’applauso al feretro di Pietro Ferrero: forse perché l’aver inventato la Nutella è una cosa spregevole mentre scoprire la soluzione a qualche misterioso problema matematico dell’Universo sia invece degno di menzione? Non credo che la famiglia Ferrero pretendesse il Nobel per i dessert, ma sono certo che sia quella famiglia che tutte quelle altre che lavorano per lei e per quell’azienda e che erano lì ad applaudire pretendano il rispetto per il loro lavoro, che magari non cambierà il mondo, ma sicuramente contribuisce a rendere migliore il nome del nostro Paese in termini di arte culinaria, perché, caro Odifreddi, non si vive di sola scienza ma anche di pane (e perché no, nutella!).
Ma veniamo all’ultimo aspetto dei post di Odifreddi: non riesco a capire perché chi è laico o ateo debba attaccare riti e credo di chi non lo sia. Perché attaccare il Pontefice attuale e il suo predecessore confondendo politica e religione? A me sembra che certi fondamentalisti laici (o atei) rimproverino alla Chiesa Cattolica di ingerenza nella vita propria dello stato e delle sue leggi (rimprovero sacrosanto, si badi bene, perché la Chiesa dovrebbe soltanto occuparsi delle cose di Dio e non di Cesare), salvo poi scendere sullo stesso terreno dell’ingerenza quando si tratta di commentare vicende squisitamente religiose quali la Beatificazione di Giovanni Paolo II o il commento al Venerdì Santo dello stesso Benedetto XVI.
Perché mi chiedo chi professa libertà e laicità poi alla fine non concede ai credenti la libertà di elevare agli onori degli altari un papa molto amato e che – per quanto figura molto complessa e sicuramente non immune da errori – ha fatto la storia della Chiesa negli ultimi trent’anni. Quello scherno finale, al novello beato Giovanni Paolo II, con quel “non intercedere per noi! Prega per te stesso“, mi sembra talmente stupido che vorrei non fosse stato Piergiorgio Odifreddi ad averlo scritto.
“O tempora o mores!“, si chiede il professore cuneese, “fino a quando abuserete della nostra pazienza? fino a quando continuerete a prendervi gioco di noi? fino a che punto si spingeranno le vostre idiozie?“.
Caro professore anche noi comuni mortali, che guardiamo una coppia di “parassiti” affacciarsi dal balcone di una palazzo e scambiarsi un bacio, ammirando il décolleté e il lato B della damigella dal nome romanescamente impronunciabile, che applaudiamo chi ha contribuito a rendere più gustose le nostre colazioni e che ammiriamo chi ha affrontato con la forza della sua immagine e della sua parola il blocco sovietico, ci chiediamo la stessa identica cosa!
Quando voi intellettuali la smetterete di porvi sul piedistallo e non vi rendete conto di stare su un trespolo lontano dalla gente, quando voi cultori della scienza comprenderete che il vostro altissimo lavoro è possibile anche perché c’è gente più umile che svolge alcuni compiti che voi vedete sotto forma di servizi, quando voi fondamentalisti laici organizzerete una manifestazione rigorosamente laica nella Valle dei Templi di Agrigento e urlerete alla Mafia, a Cosa Nostra, a quello schifo di organizzazione criminale che ha distrutto e continua a distruggere la mia terra, di convertirsi e di mettersi in ginocchio al servizio degli uomini, della società civile e della scienza?
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