SERVIZIO PUBBLICO

 In MEDIA

Quanto è triste questa Italia che pensa sempre che uno stipendio alto sia sempre un furto! Quanto è avvilente pensare che PD e PDL votino insieme un provvedimento che non serve a nulla, in nome di una fantomatica trasparenza, anziché riformare effettivamente ed efficacemente il sistema pubblico radiotelevisivo.
Che ipocrisia pensare che sia un atto di giustizia mettere su web gli stipendi dei conduttori e degli ospiti televisivi, alimentando soltanto i sentimenti di invidia di chi magari campa con altri stipendi soltanto perché non fa parte di un certo mercato!
Non è che la famiglia dell’operaio che guadagna 1000 euro al mese riceve qualcosa di più dal servizio pubblico se conosce questi stipendi!
Sembra ancora che il guadagno sia una forma di peccato o di vergogna. Forse siamo ancora tutti vittime da un lato di una certa cultura cattolica, che vede nel guadagnare di più un qualcosa di quasi diabolico e dall’altro di una sotto cultura di sinistra vetero-marxista che continua a ritenere la proprietà (e quindi i forti guadagni) un furto!

Mai che si cerchi un punto di equilibrio!

Quale sarà il prossimo passo? Mettiamo in rete tutti i nostri stipendi, in maniera tale da guardarci in cagnesco tutti quanti? Quando guardo la mia busta paga ogni mese è vero che sono tentato di guardare chi sta meglio e dico “porca miseria, che devo fare per un aumento!”, ma è altrettanto vero che se il tenore di vita di noi comuni “mortali” è peggiorato non è perché Santoro guadagna 700 mila euro lordi l’anno come ha detto in trasmissione o Floris che ne prende 400 mila. Il tenore di vita è peggiorato per le classi media e medio-bassa perché i servizi pubblici sono inesistenti.

Perché non esistono asili nido per le famiglie o perché le graduatorie di ammissione ai nido comunali sono palesamente falsate da chi dichiara il falso (come ad esempio quei genitori che dichiarano di essere separati,  se non addirittura arrivano a divorziare, soltanto per iscrivere il proprio figlio all’asilo, rimanendo non solo sotto lo stesso tetto coniugale, ma anche sotto le stesse lenzuola!).

Il cittadino medio non ha bisogno di sapere se Michele Santoro becca una buonauscita milionaria o meno, fa parte del mercato radiotelevisivo, così come è demagogia pura quella di Calderoli che invita la FIGC a ridurre i premi dei calciatori mondiali! Questo cittadino ha bisogno di sapere che lo Stato non lo lascerà solo ad affrontare le crisi economiche dei vari settori produttivi del Paese che si ripeteranno sempre perché così è la vita! Il cittadino ha bisogno di servizi di trasporto efficienti,  strutture sanitarie degne di un Paese civile, scuole che formino i propri figli, uffici pubblici nei quali le informazioni siano chiare e dirette e magari anche un po’ di gentilezza!

Una cosa che mi colpì molto all’aeroporto JFK di New York la prima volta che andai in USA fu che dopo l’espletamento delle pratiche di immigrazione il poliziotto di frontiera americano mi disse: “Welcome to United States, sir!” E come in qualunque film si può ascoltare se a entrare in US è invece un cittadino statunitense il funzionario alla frontiera lo accoglie con un “Welcome back home!“. Non mi è mai capitato nulla di tutto questo alle frontiere italiane, né a Malpensa, né a Linate, né a Fiumicino, né a Ciampino, né a Catania, cinque importanti aeroporti italiani che fanno incetta di turisti!

Questa Italia così rancorosa, così piena di invidia, così gravida di rabbia non è il paese che vorremmo i nostri figli ereditassero. Ho appena terminato di leggere l’autobiografia di Barack Obama “I sogni di mio padre” e leggendo il capitolo sul Kenia e i racconti che il Presidente americano descrive sul Kenia dell’epoca, non ho potuto fare a meno che paragonare lo stato africano alla nostra Italia, alla mia Sicilia ed alla mia Catania!

Cosa vogliamo, noi italiani, diventare un moderno paese europeo o magari il primo paese (per PIL) africano, primo almeno fino a quando i più avanzati paesi africani ci sorpasseranno come per esempio già avviene per la libertà di stampa?

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