Biscotti indigesti

 In SPORT
Chissà se Gigi Buffon aveva raccontato ai suoi compagni di squadra meno esperti di come si fossero sentiti quella notte di Porto, di dodici anni fa, quando a cinque minuti dalla fine Zlatan Ibrahimović inventò il gol de pareggio svedese con un colpo di tacco, mentre Bobo Vieri sulla linea di porta provava invano a toccare il pallone di testa. Era passata in vantaggio, la Nazionale italiana, con un gol di Cassano ma poi non era stata capace di raddoppiare, continuando a macinare buon gioco ma sciupando chiare occasioni da rete, nonostante un attacco bestiale con Vieri, Del Piero e l’idolo di Bari Vecchia. Il pareggio dello zingaro del calcio avrebbe portato poi al celebre biscotto con i danesi dell’ultima partita: casualmente infatti la solidarietà scandinava si manifestò proprio nello stesso stadio, quattro giorni dopo, quando Svezia e Danimarca pareggiarono per 2-2 e reso vana l’ultima vittoria dell’Italia, naturalmente in extremis contro la Bulgaria, grazie all’ultimo gol di Cassano.

Quell’europeo sancì la fine del rapporto fra il Trap e la Nazionale, il CT che ottenne i peggiori risultati dal ’70 in poi, e passò alla storia come quello dello sputo di Totti (al danese Poulsen) e appunto per il biscottone scandinavo. Italia, Svezia e Danimarca finirono tutti a 5 punti ma la mitica classifica avulsa, che tante volte ci aveva salvato dal mondiale spagnolo a quello americano, ci stavolta aveva voltato le spalle e uscivamo dalla competizione – poi vinta clamorosamente dai greci – senza aver perduto una partita, con una squadra zeppa di star ma purtroppo senza un gioco e un carattere degno di questo nome. Giovanni Trapattoni lasciò e arrivo Marcello Lippi. Due anni dopo eravamo a festeggiare sotto il cielo di Berlino.

Abbiamo dovuto aspettare ben 12 anni per vendicarci e per renderlo indigesto stavolta agli svedesi quel biscotto portoghese e soprattutto al loro numero 10 e giocatore di punta Ibra, centravanti dai molti milioni, dai tanti gol e dalle mille maglie. Una partita francamente terribile da vedere, brutta, piena dei soliti passaggi sbagliati a dimostrazione che nelle scuole di calcio moderne si insegna a correre, pressare, raddoppiare, giocare alti, mettere in fuorigioco ma la cosa fondamentale – il passaggio al compagno di squadra (ché il calcio sempre un gioco di squadra rimane) – evidentemente non viene più spiegato.

Una partita che come lunedì sera ci ha visto davanti agli schermi in piena sofferenza, come sempre quando gioca questa Nazionale operaia, senza alcuna star – salvo l’uomo ragno in porta – ma con tanta buona volontà. Gli azzurri sono sembrati comunque molto concentrati e ordinati, specialmente la difesa juventina che non ha concesso praticamente nulla agli avversari guidati dallo spilungone ora in forza al Paris Saint Germain, garantendo quindi al capitano azzurro Buffon un pomeriggio di libertà. Rimangono – come contro il Belgio – molte perplessità sul nostro gioco offensivo, vista l’assenza di un vero playmaker come lo è stato Pirlo negli ultimi 12 anni, ma fino a quando si va avanti senza subire gol il grosso è fatto. In ogni caso rimane l’incredibile passaggio agli Ottavi di Finale con una giornata di anticipo, senza aspettare la consueta classifica avulsa e il passaggio del turno grazie al numero di capelli non trapiantati dal nostro allenatore. Una roba del genere rischia di modificare il continuum spazio-temporale e avere conseguenti devastanti per il nostro sport nazionale!

Comunque come per la prima mi sono divertito anche io a fare le mie valutazioni, consapevole che di calcio ne capisco quanto ne intendo di arabo precristiane. Ecco quindi le mie pagelle.

Buffon: avrebbe faticato maggiormente a spingere il passeggino al parco. Si meriterebbe un 2 per l’ammonizione a tempo scaduto, ma siamo buoni. S.V.

Chiellini: MONUMENTALE! Nel duello nasale con Ibra stavolta la vince lui! Sui social c’era chi ironizzava sui loro contatti fisici che sarebbe scaturiti in una bella limonata se la partita fosse proseguita per altri dieci minuti! Resta sempre incollato agli attaccanti svedesi, nemmeno fosse un esperimento di Giovanni Mucciaccia in Art Attack! Peccato non abbia i piedi buoni, altrimenti sarebbe stato un mostro. Voto 8.

Barzagli: in mezzo ai Ciccio Bello svedesi, biondi, belli e con gli occhioni azzurri, il nostro orsacchiotto bianconero non concede nulla agli avversari. Soltanto una volta Ibra gli scappa ma è in fuorigioco e comunque l’antipatico attaccante vichingo sbaglia come Bobo Vieri in Corea. Voto 7.

Bonucci: prova a inventare qualche lancio alla Baresi, ma stavolta non gliene va bene uno! In difesa anche lui molto preciso ma non è nello stesso stato di grazia dell’esordio con i belgi.  Voto 7.

Florenzi: partita normale per il romanista BelloDeNonna, anche perché impiegato in una fascia che non predilige: purtroppo per lui l’altra è presidiata alla perfezione e si deve adattare. Voto 6.

De Rossi: è l’ombra del se stesso di dieci anni, anche se la sua esperienza in fase difensiva si fa sentire. Dovrebbe rifiatare un po’ prima della seconda parte degli europei. Voto 5.

Candreva: DEVASTANTE! Sembra veramente che lo spirito di Donadoni o del barone Causio si sia impossessato di lui e lo faccia volare a destra! Copre, pressa, ruba palloni, crossa. Assai più preciso della prima partita è un vero tormento per centrocampisti e difensori svedesi, saltati come birilli in velocità.  Voto 8.

Parolo: sfortunato nel beccare il legno della traversa avversaria, non è comunque da Nazionale. Purtroppo per lui ha il compito ingrato di sostituire Marchisio. Voto 6 (per la traversa).

Pellè: n.p. Gigante moro in mezzo a giganti biondi avrebbe dovuto dare di più. Viene giustamente sostituito dall’allenatore. Voto 5.

Giaccherini: n.p. Mai in partita, sovrastato fisicamente dai difensori svedesi. Non doveva essere schierato dal primo minuto. Voto 5.

Zaza: un po’ più vivace di Pellé ma gioca troppo poco per dare il meglio di sé. Voto 6 (per la volontà).

Sturaro: subentra a Fiorenzi per far scorrere il cronometro e si gode il gol della vittoria dal campo. S.V.

Thiago Motta: vero asso nella manica del coach! Lo lascia in panchina per farlo riposare. Quando entra è già stanco. A volte si ha la sensazione lo faccia per noi sui social, per farci sbizzarrire con la fantasia. Perde pure una palla a centrocampo che sarebbe potuta essere molto pericolosa se l’arbitro non avesse fischiato un fallo. Comunque è il nostro uomo in meno e noi quando giochiamo in 10 siamo devastanti! Voto 10.

Eder: a Roma lo si definirebbe una pippa! D’altra parte non può essere altro, un brasiliano che non riesce a indovinare uno stop al volo. Si comprende perché giochi nell’Inter, nota per collezionare figurine da tutto il mondo. Si ricorda di essere nato nella nazione pentacampione mondiale a due minuti dalla fine. Voto 7 (per il gol).

Conte: sbaglia clamorosamente la formazione, cercando di giocare sul piano fisico in fase offensiva con l’unica torre. Ma gli svedesi quello hanno di devastante, la prestanza fisica. Avremmo preferito vedere i due scugnizzi napoletani all’opera che se non li schieri contro i giganti quando li vuoi schierare? Dopo il culo di Sacchi mi sa che però anche questo Commissario Tecnico è ben dotato di fondoschiena, visto che un mediocre brasiliano gli indovina un gol da antologia a due minuti dalla fine. E fino a quando si vince il mister ha sempre ragione. Voto 7.

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