Buona la prima
Così provi a minimizzare gli effetti deleteri di ciascun post partita grazie all’esperienza mano a mano acquisita sul «campo»: dai rigori di Pasadena al Golden Gol di Trezeguet, dalla traversa di Di Biagio al colpo di testa di Ahn Jung-Hwan, passando ovviamente per le imprese del mondiale tedesco, quando in semifinale ci si stava lasciando le penne, fino al morso di Suarez a Chiellini in terra carioca, ultimo supplizio di una malattia che non conosce guarigione.
Una malattia che rende proprio insani di mente, se pensiamo che a Roma, un’organizzazione sindacale, ha persino indetto uno sciopero di quattro ore dalle 20.30 alle 00.30, proprio per minimizzare gli effetti sui romani che avessero voluto rientrare a casa in tempo per la partita (dicono loro) e per vedersi comodamente la partita (aggiungiamo noi): perdi mezza giornata di salario, peraltro in notturna quindi non pochi soldi, praticamente non ottieni disagi (ieri sera nella Capitale non circolava una mosca!) e ti fai prendere in giro da chi non aspetta altro che sparare contro lavoratori e sindacati. Un vero successo!
Anche quest’anno quindi ci troviamo a giocare l’europeo che si tiene in Francia con la consapevolezza che il tifo è una malattia dalla quale non si sfugge ed è forse anche sano e giusto che ciò avvenga: bastano quei tre squilli di tromba che introducono il nostro inno nazionale, onestamente e musicalmente uno dei più brutti del pianeta, per farci mettere sugli attenti e far scattare dentro di noi la molla che ci terrà inchiodati al divano per un mese intero, imprecando perché un giocatore non è stato convocato o maledicendo il CT per una scelta a nostro insindacabile avviso totalmente errata e pericolosa per il “proseguimento della rassegna continentale” (omaggio ai grandi parolieri del pallone da Brera a Ciotti, da Pizzul a Martellini).
Ed è inevitabile dopo la vittoria azzurra di ieri sera per 2-0 contro il Belgio, una delle favorite alla vigilia, provare a redigere delle pagelle dei nostri eroi, soprattutto da parte di chi – come me – non ne capisce assolutamente una mazza di come sia andata la partita, avendola vista come in trance agonistica, come se ci si fosse seduti accanto a Lele Oriali, dirigente accompagnatore della Nazionale.
Ecco quindi le mie valutazioni:
Buffon: 10 per la leadership esercitata in campo, per lo stimolo continuo verso i compagni di reparto e per la sicurezza fra i pali. 4 per il coccolone che ci ha fatto prendere uscendo sull’unica vera occasione da gol dei belgi: avesse trovato due piedi anziché le due ciabatte di Lukaku avremmo raccontato un’altra delle nostre solite drammatiche serate. 2 per l’esultanza a mo’ di Tarzan a fine partite: no, dico, è impazzito? Voto 6.
Barzagli: dopo dieci anni da quando, pur giocando nel Palermo, si ritrovò anche lui campione del mondo (probabilmente a sua insaputa), è ancora una roccia della difesa. In area di rigore gli attaccanti belgi praticamente non sono mai entrati. Voto 7.
Chiellini: dove non arrivano i suoi piedi lo fa il suo naso! Difende, rilancia, dà tranquillità alla difesa. Si becca un’ammonizione evitabile, se si fosse liberato prima del pallone, e pericolosissima in futuro, se dovesse beccarne un’altra. Voto 6.
Bonucci: la reincarnazione di Scirea e di Baresi, gli ultimi due immensi liberi che la Nazionale Italiana ha avuto. Un suo lancio chilometrico e radiocomandato porta al primo gol. Voto 8.
Darmian: n.p., come le temperature del meteo. Fa commuovere chi ricorda le sgambate di Cabrini, Maldini e Conti sulla fascia sinistra. Si becca un cazziatone epico dal CT che infatti lo sostituisce. Voto 4.
De Rossi: generoso in difesa e impreciso nei passaggi. In evidente declino dopo i fasti mondiali del 2006. Voto 5.
Candreva: ha fatto sfracelli sulla fascia destra, sembrava essersi impossessato dello spirito del barone Causio e di Riccioli d’Oro Donadoni. Sbaglia troppi passaggi ma quando ne indovina uno la buttiamo dentro. Voto 7.
Parolo: non ho capito né chi sia né che ci faccia in nazionale. S.V.
Eder: già passare da Sivori a Camoranesi era stato complicato, ma comprendere perché ci sia stato bisogno della sua naturalizzazione è fuori dalla mia portata. S.V.
Pellè: volenteroso ma impreciso, sbaglia troppo fino al 90°. Poi per grazia divina la butta dentro a tempo scaduto e tutti gli siamo grati. Voto 7.
Giaccherini: se dovesse fare altri cinque stop come quello vincente nelle prossime partite, meriterebbe un monumento nazionale. Non pervenuto per la prima parte della partita e anche per larga parte della seconda. Ma ha segnato quando serviva e chi segna ha sempre ragione. Voto 7.
De Sciglio: misterioso, lo si ricorda solo per un’entrata in difesa. S.V.
Immobile: ha pagato l’emozione dell’ingresso in campo in un europeo, ma appena si rende conto di poter punzecchiare gli avversari prova a realizzare il raddoppio. Glielo impedisce solo uno stratosferico portiere. Voto 7.
Thiago Motta: dalle prime immagini Sky appare già stanco appena arrivato allo stadio. Rimanendo in panchina è il vero uomo in più della squadra, così gli azzurri hanno potuto giocare tranquillamente in 10 visto che Darmian ha dormito per tutto il tempo. Non fa in tempo a entrare che si becca un’ammonizione. Un grande. Voto 10.
Conte: si sacrifica fisicamente beccandosi un cazzotto o qualcosa di simile. Sanguinante, urla dalla panchina come un ossesso, minaccia di morte i giocatori ma indovina la tattica vincente per scardinare il gioco dei belgi. Fattore plus di questa nazionale, un vero coach. Invasato come noi malati. Voto 10.