Basta Ipocrisie

 In POLITICA
Aderisco dal mio minuscolo blog all’iniziativa di Radio Capital illustrata ieri dal suo Direttore Vittorio Zucconi e dal suo Capo Redattore Edoardo Buffoni a sostegno del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili e sulla cosiddetta stepchild adoption.

Chi mi conosce o segue questo blog sa benissimo che non sono né un sostenitore di questo Governo o del suo Primo Ministro (anzi) né mi riconosco più in un partito come il PD che ha ormai intrapreso una strada – a mio avviso (ma anche secondo Veltroni, stando alla sua ultima dichiarazione!) – contraria a quella che si sperava alla sua fondazione, dirigendosi verso una melassa indistinta chiamata “Partito della Nazione” che è la versione degenerata della grande Balena Bianca della Prima Repubblica che però aveva almeno statisti degni di questo nome e un background ideologico e culturale di altissimo spessore.

Ma questo non è né il tempo né il luogo adatto per continuare una battaglia politica perché il disegno sulle unioni civili va ben oltre le distinzioni comuni fra destra e sinistra o i battibecchi più o meno stucchevoli su quanto sia bravo o scarso un Governo.

Il provvedimento della senatrice Cirinnà è senza ombra di dubbio il minimo che l’Italia possa assumere se vuol ancora annoverarsi tra i paesi civili del pianeta, molti dei quali hanno già riconosciuto il matrimonio o almeno una forma giuridica ad hoc fra le coppie dello stesso sesso.

Tuttavia, come ogni volta in cui si discute di diritti, bisogna essere fermi e decisi nel ribadire che o i diritti sono totali, pieni e uguali per ciascuno oppure semplicemente essi non esistono. Non è pensabile che una minoranza di invasati, travestiti da ferventi cattolici e spinti peraltro dall’ala più conservatrice della Chiesa Cattolica, abbia la presunzione di imporre la loro visione, su ciò che per loro è un peccato, a tutti coloro che hanno un’interpretazione assai differente di cosa sia la laicità dello Stato e cosa possa e debba essere l’impegno dei cattolici in politica, oltre naturalmente a tutti coloro che credenti non sono.

Soprattutto non è ammissibile che si giochi l’ennesima partita politica sulla pelle dei minori, dei più deboli, di quelli cioè che la società ha il supremo compito di proteggere e che questo disegno di legge finalmente ha il coraggio di affrontare proprio per tutelare l’affettività di costoro che – in assenza di un istituto giuridico specifico – si troverebbero in caso di bisogno in balia di assurde traversate del deserto nei tribunali.

Chi parla di sdoganamento delle pratiche dell’utero in affitto o del mercimonio del corpo delle donne non sa o finge di non sapere di cosa si stia discutendo al Senato. E soprattutto non si capisce per quale ragione chiedere che sia riconosciuto dalla Legge l’impegno da parte di due uomini o di due donne di legarsi e di imporsi vicendevolmente diritti e doveri previsti dal Diritto di Famiglia, possa in qualche modo ledere il diritto di chi – come il sottoscritto – tali diritti e doveri li possiede già in forza dell’istituto giuridico del Matrimonio (civile) che è altro rispetto al Sacramento del Matrimonio (religioso) che molti – me incluso – hanno celebrato di fronte alla propria comunità religiosa.

Estendere agli omosessuali il diritto che abbiamo noi eterosessuali di farci una famiglia non è una bizzarria di noi porci e depravati ormai preda del fumo di Satana. È semplicemente un elemento base di civiltà affinché la nostra società possa avanzare nel futuro e nel progresso civile, sperando che prima o poi anche questo doppio strumento giuridico possa essere superato e che ci sia soltanto un termine per definire l’unione fra due persone che si amano, a prescindere da come esercitano la loro sessualità.

Basta quindi ipocrisie! E basta con i giochini della politica: non è su questo d.d.l. che le opposizioni devono provare a dare la spallata al Governo.

Ora è il momento di pretendere #PIENIDIRITTI per tutti.

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